Economia
L’inflazione sottrae 240 euro al mese alle famiglie. Le donne più penalizzate
Le famiglie italiane perdono 240 euro al mese a causa dell’inflazione. È quanto emerge da una ricerca realizzata dalle Acli. Penalizzate soprattutto le donne. Analizzando i mod.730/2023 emerge che quelle sotto la soglia di povertà relativa sono il 58,1%, (rispetto al 41,9% degli uomini)
Donne sempre più povere. Quelle sotto la soglia di povertà relativa sono il 58,1%, rispetto al 41,9% degli uomini (più 17%). È quanto emerge dalla ricerca Acli “Povere famiglie. L’impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani”, realizzata dall’Osservatorio nazionale dei redditi e delle famiglie in collaborazione con il Caf Acli e l’Iref.
Analizzando il loro reddito (attraverso il modello 730) emerge che dal 2020 al 2023 il reddito delle famiglie con dichiaranti donne hanno perso in media 2.767 euro a fronte di una perdita di 2.518 euro degli uomini, quasi 250 euro in più rispetto a quest’ultimi. Gli uomini hanno visto erodere il 10% del loro reddito complessivo ai fini irpef dal mod.730/2020 al mod.730/2023; nel medesimo periodo, il reddito equivalente delle famiglie con dichiarante donna è sceso del 14%.
Oltre il 90% delle dichiaranti donna in povertà relativa non risulta coniugata: è vedova, single o separata e il 34% delle restanti donne vive con almeno un figlio a carico.
La tassa invisibile
Aumenta il numero di famiglie che sono entrate in soglia di povertà relativa a causa dell’inflazione a doppia cifra: nel mod.730/2020 costituivano l’8,2% del panel, dato in flessione nel mod.730/2021, quando tale percentuale scese al 7,6% – calo dovuto in parte alla deflazione degli anni del covid e in parte alle politiche di salvaguardia dei redditi dagli esiti del lockdown. Tassa invisibile e regressiva, l’inflazione ha eroso questo leggero recupero di potere di acquisto facendo perdere centinaia di euro annui alle famiglie del panel. Nella dichiarazione dei redditi del 2023, le famiglie in soglia di povertà sono passate dall’8,2% al 9,8% del panel.
Le famiglie entrate in povertà relativa
Confrontando i dati delle dichiarazioni dei redditi dal 2020 al 2023, emerge che l’inflazione ha eroso i redditi del ceto medio più del Covid. Aumenta, infatti, il numero di famiglie entrate in povertà relativa: nel mod.730/2020 costituivano l’8,2% del panel, dato in flessione nel mod.730/2021, quando questa percentuale scese al 7,6%. Un calo dovuto in parte alla deflazione degli anni del Covid e in parte alle politiche di salvaguardia dei redditi dagli esiti del lockdown. L’inflazione ha eroso questo leggero recupero di potere di acquisto, facendo perdere centinaia di euro annui alle famiglie del panel. Nella dichiarazione dei redditi del 2023, le famiglie in soglia di povertà relativa sono passate dal 7,6% al 9,8% del panel.
Nel 2022 le famiglie del panel sono state 602.566. Di queste, 474.592 famiglie, pari al 79% del totale del panel, hanno perso potere di acquisto rispetto a prima del Covid a causa dell’inflazione a doppia cifra. In termini di reddito equivalente familiare si tratta di 1,9 miliardi di euro, e questo solamente per la porzione di dichiaranti coinvolti nel panel del Caf Acli.
La perdita di reddito delle famiglie italiane
La perdita mediana di reddito familiare equivalente mensile è stata di 240 euro sul totale del panel del Caf Acli dal 2019 al 2022. Se entriamo nel dettaglio della tipologia familiare, la perdita mediana oscilla tra i 317 euro mensili delle famiglie bireddito senza carichi e i 150 euro mensili persi dalle famiglie monoreddito con carichi e dei vedovi con carichi.
Gli anziani soli
La ricerca promossa da Acli mostra anche che le famiglie di anziani soli in povertà relativa costituiscono l’11% del panel, a fronte del 9,4% di dichiaranti in povertà più giovani. Di questo sottogruppo il 40% sono settantenni e il 60% sono ultraottantenni. La perdita di reddito è stata di circa 2800 euro su un reddito familiare medio equivalente di 20.000 euro.
Ancora una volta ad essere più penalizzate sono le donne: il rapporto tra numero di famiglie unipersonali di dichiaranti uomini rispetto al numero di famiglie di dichiaranti donne over 70 in povertà relativa è di 1 a 6, 14% contro l’86%.
L’aumento degli interessi sui mutui
L’inflazione a doppia cifra e l’aumento del costo del denaro non potevano non incidere anche sugli interessi sui mutui per acquisto delle abitazioni. In generale, la media dell’aumento degli interessi sul mutuo per acquisto di abitazioni è stata di circa 340 euro annuali. Se tuttavia consideriamo soltanto i mutui accesi dal 2020 in poi, l’aumento degli interessi ha riguardato il 98% dei mutuatari ed è stato in media di oltre 1060 euro tra il 2020 e il 2022.
Lo sport è un lusso
Solamente il 20% delle famiglie con figli ha detratto spese per le attività sportive dei figli, per un importo mediano di 210 euro.
Foto in apertura, StellrWeb su Unsplash
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