Non profit
Vita channel, Mrs Murdoch è ok?
Una riflessione di Alessandro Banfi sul tema della nuova televisione satellitare.
Caro direttore, ho letto con interesse il tuo editoriale sulle frontiere della nuova televisione satellitare, dopo l?avvento di Sky, sorto sulle ceneri di Telepiù e Stream. La tv di Rupert Murdoch conterrebbe in sé il rischio di essere più “invasiva” della tv generalista perché “arriva là dove i tessuti sociali si dissolvono”. Un “grande sonno” che toglie “la fatica e la bellezza di pensare”. Hai certamente ragione: fra un buon libro e una buona trasmissione, sempre meglio il primo. Ma, siamo proprio sicuri che la tv dei mille canali che ciascuno può indossare come un vestito sia peggio di quella generalista? Io dissento. Non perché lavoro nella tv, ma come semplice cliente televisivo. Prima di Sky, ero abbonato a Telepiù e ho visto e registrato film d?autore, monografie su grandi della storia dell?arte su Rai Sat Art, disgraziatamente ora inglobata Rai Sat Extra, (memorabile un?intervista con Guttuso). Mi sono fatto la cassetta del ciclo delle letture dantesche con Roberto Benigni che legge Dante nelle università italiane. Ho rivisto i telegiornali di vent?anni fa con tanto di rassegne stampa, sempre molto istruttivi. Se mi perdo Blob, me lo rivedo. Ho fatto il pieno del Gambero Rosso, imparando ricette da tutto il mondo, ho seguito spettacoli e readings di Paolini e Baricco senza andare a teatro. Ho goduto e godo ancora del David Letterman Show: in mezz?ora respiri gli umori e i sentimenti di New York e degli americani. Mia figlia ha voluto l?abbonamento al canale Classica. Mio figlio mette Mtv. I bambini più piccoli si vedono i cartoni, a volte in inglese. I lettori diranno: e chi se ne frega dei gusti della famiglia Banfi? Giusto. Mi sono lasciato andare solo per motivare il perché penso che “la lingua della tv” non sia il male assoluto. E neanche un male. Anzi. La tv satellitare per la sua natura di canale dedicato rappresenta semmai un?opportunità per un punto di vista molto segnato. Secondo me voi di Vita dovreste cominciare a pensare a un canale vostro. Da proporre a Murdoch o a qualsiasi altro. Ma come? Ci sono i pescatori e i cacciatori che hanno il loro canale, i fissati con la cucina, i paranoici dello sport, gli impallinati della classica. E voi del volontariato, del non profit, niente? Le idee ce l?avete, il know how anche (Riccardo Bonacina è partito proprio dalla televisione nel suo itinerario in questo mondo), lo spazio e le occasioni non mancano: dirette, racconti dal mondo, esperienze, campagne di sensibilizzazione. Punto di riferimento della voglia di far bene il bene. Un Vita channel, insomma. Accendiamolo, per favore.
Alessandro Banfi, Roma
La riflessione di Banfi, nata come reazione all?editoriale di Frangi, mi sembra più di una provocazione. E’ una sfida. Magari da tentare insieme. Mrs. Murdoch permettendo.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.