Welfare

Parchi: il Gran Paradiso chiuso ai turisti

Lo Stato taglia i fondi e l'ente è costretto a non rinnovare le convenzioni con le cooperative che gestiscono i servizi turistici. Chiusi tutti i punti informativi, impossibili le visite guidate

di Daniela Romanello

Il primo parco nazionale italiano dall’1 ottobre è chiuso ai turisti. I recenti tagli al fondo ordinario statale per le spese di gestione del Parco Gran Paradiso hanno costretto l’ente ha sospendere tutti i servizi turistici e informativi, non rinnovando le convenzioni con le cooperative che li gestiscono. Con pesantissime conseguenze sull’occupazione in zozne montane depresse come sono quelle in cui insiste il parco e sull’attività delle guide del parco stesso, oltre a ripercussioni notevoli sul sistema turistico dell’intera zona, in particolare per quanto riguarda, in questo momento, il turismo scolastico. La drastica decisione è stata resa nota dallo stesso Ente Parco Gran Paradiso con un comunicato, che riportiamo integralmente. La riduzione operata al bilancio di quest’anno dell’Ente Parco, pari a 619.880,51 Euro sui 4.372.880,51 preventivati, ha colpito soprattutto la valutazione dei costi del personale. I fondi che rimangono quindi a disposizione per la gestione del Parco sono insufficienti per una qualsiasi operatività. L’Ente Parco si trova così nell’impossibilità di rinnovare le convenzioni con le cooperative che gestiscono i servizi turistici. Dal 1 ottobre resteranno quindi chiusi i centri visitatori del Parco, punti informativi primari per i turisti in visita nell’area protetta, la Segreteria Turistica di Noasca, che coordina e gestisce tutte le informazioni turistiche del Parco e presso la quale è presente anche un laboratorio didattico, punto di riferimento per le scuole in visita nell’area protetta, e l’Ufficio prenotazione Guide del Parco, sportello deputato all’organizzazione delle visite guidate e alle attività didattiche con le scuole. In sostanza, un turista interessato a una visita nel Parco, dal 1 ottobre non avrà più la possibilità di ottenere informazioni e/o prenotare una visita guidata, così come una scuola interessata a un soggiorno o un’escursione nell’area protetta non potrà più farlo rivolgendosi all’Ente Parco. Particolarmente grave risulta l’assenza del servizio verso le scuole, che proprio in questi giorni definiscono e prenotano le uscite didattiche di tutto l’anno: anche solo un mese di sospensione del servizio può pregiudicare l’intero calendario di visite di tutto l’anno scolastico. Conseguenza grave della sospensione di questi servizi, oltre al danno evidente verso il pubblico, saranno la sospensione dell’attività di alcuni operatori, particolarmente preoccupante in aree montane depresse, dove l’area protetta e il suo indotto turistico rappresentano una delle poche occasioni lavorative, e una drastica riduzione del lavoro per le Guide del Parco, nuove figure professionali volute dalla Legge quadro nazionale sulle aree protette. Vivissima preoccupazione è stata espressa dagli organi dell’Ente. L’Ente si era infatti adeguato con un taglio del 22,86% dei consumi intermedi alla richiesta cautelativa del Ministero dell’Ambiente di una riduzione complessiva di almeno il 10% “al fine di raggiungere gli obiettivi di razionalizzazione della finanza pubblica e contenimento della spesa con particolare riguardo alle spese di parte corrente”.


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