Leggi

Biglietti dati al comune: liberalità non il corrispettivo per un servizio

Si tratta di un'erogazione liberale dell'ente locale a fronte della quale vengono offerti allo stesso dei biglietti.

di Salvatore Pettinato

La nostra associazione, in occasione di una mostra di pittura (scopo istituzionale) da noi organizzata, incassa un contributo per un importo X dal Comune, rilasciando allo stesso biglietti per l?ingresso. Tali incassi possono considerarsi un corrispettivo per la prestazione di servizio resa?
Quello che si instaura tra voi e il Comune non si configura come un rapporto di tipo sinallagmatico all?interno del quale l?associazione ?vende una mostra? e il Comune paga un corrispettivo per l?acquisto dei biglietti d?ingresso. Ci sembra più razionale parlare di un?erogazione liberale del Comune a fronte della quale vengono allo stesso offerti in omaggio i biglietti. La differenziazione di fondo tra le due situazioni risiede nel fatto che, non avendo i biglietti un prezzo fisso di vendita (sono ceduti a fronte di un contributo minimo, ma potrebbero portare in cassa cifre elevatissime), essi rappresentano un omaggio elargito al fine di effettuare una raccolta pubblica di denaro. Il denaro così raccolto non concorre (art.108, c. 2-bis Tuir) alla formazione del reddito dell?ente non commerciale.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.