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La consapevole scelta del nido

Le opportunità sono molteplici e, non bisogna soffermarsi sul se inserire i figli in determinate strutture, ma su quali scegliere (di Barbara Ghiringhelli).

di Redazione

Sono una mamma e ho letto con interesse il vostro servizio sui nidi, che mi ha rincuorato sulla possibilità (o meglio, per me necessità, visto che devo riprendere a lavorare) di far frequentare un nido alla mia bambina, che ora ha dieci mesi. Mi sto infatti orientando sui nidi-famiglia, anche se la solidità di struttura di un asilo nido tradizionale potrebbe avere i suoi vantaggi. Chi potrebbe darmi un consiglio su cosa conviene fare? Può sembrare una preoccupazione banale, ma non ci dormo la notte.

(Carla – email)

Gentile Carla, ha proprio ragione, mandare i figli al nido non è una scelta facile! Non possono non nascere spontanee domande e preoccupazioni: “Gli vorranno bene?”, “Riuscirà a inserirsi in un ambiente estraneo?” A questi pensieri vanno aggiunte le perplessità di nonni, pediatri, amici, che avvertono su negatività e possibili rischi di tale scelta: “il bambino soffrirà a staccarsi dai familiari, si ammalerà più facilmente, il nido (quello pubblico!) è un luogo per ?bambini e famiglie bisognose? o, al contrario (quello privato!) è un luogo per ?mamme in carriera? che riconoscono il primo posto al lavoro e che a poco rinunciano per il benessere del figlio (non può essere per i soldi? quello che guadagni lo dai al nido!)”. Idee , consigli e giudizi (spesso pre-giudizi) che fanno sentire le madri inadeguate, non disponibili nei confronti del figlio, in colpa per quello che hanno pensato di fare. Luoghi comuni che non tengono conto delle potenzialità e delle risorse del bambino che gli rendono possibile il contatto con il mondo extrafamiliare e che, ancora, non tengono conto che la scelta di affidare il proprio figlio a figure educative e a luoghi extrafamiliari è una prima volta anche per mamme e papà, che è corretto aiutare a scegliere ponderando negatività ma anche positività. Oggi si sta diffondendo un?altra immagine dei nidi: non più luoghi di ?parcheggio?, ma ambienti stimolanti ed educativi, spazi pensati, attrezzati, qualificati per il benessere fisico e psicologico del piccolo e terreni di socialità, in cui il bambino può sperimentare le prime relazioni tra coetanei ed educatori e può sviluppare le proprie potenzialità. Non pochi (esperti e genitori che hanno vissuto l?esperienza del nido) ne sostengono la potenzialità quale ambiente di condivisione della genitorialità. C?è chi sostiene il recupero dell?asilo nido quale forma di genitorialità condivisa del tutto simile all?abitudine presente in molte società e culture tradizionali di affidare i piccoli a persone (parenti o chi altro) che affiancano i genitori senza, però, usurparne la funzione affettiva. Quanto detto non vuol sminuire l?attenzione con la quale è importante scegliere l?ambiente nel quale inserire il figlio e l?impegno che il genitore vi deve riservare (colloqui con educatrici, momenti di condivisione da creare e vivere con gli altri genitori) affinché questo spazio possa trasformarsi in un?esperienza positiva e arricchente per genitori e figlio. Poiché, se è vero che in Italia la cultura dell?infanzia è a volte ancora arretrata e povera di stimoli è anche vero che vi sono oggi valide sperimentazioni relative ai ?classici? nidi per l?infanzia,pubblici, ma soprattutto privati, e che vi è una crescita di sensibilità nella realizzazione di nidi in azienda, condominiali, di servizi integrativi (quali il Tempo per le famiglie) orientati a rispondere alle esigenze di flessibilità oraria, di sostegno della relazione madre-bambino e di supporto alla socializzazione extrafamiliare. Le opportunità sono molteplici e forse la decisione delle madri, non solo lavoratrici, deve soffermarsi non tanto sul ?se? inserire i figli in luoghi di socializzazione e crescita, ma su ?quali? di questi ambienti orientarsi e la scelta di ?come vivere? questa scelta. Occorre informarsi sui servizi, ma anche essere collaborativi e partecipi una volta fatta la scelta: il genitore dovrebbe condividere l?ambiente con il proprio figlio (e questo lo possono fare anche mamme e papà che lavorano). Niente di meglio che il reale coinvolgimento delle famiglie quali interlocutori per le scelte educative e di programma a garanzia della qualità e affidabilità del servizio. All?impegno dei genitori deve però affiancarsi quello delle istituzioni di governo, dei soggetti gestori, pubblici e privati, e degli operatori affinché i nuovi asili e le opportunità alternative al nido possano svilupparsi all?interno di un sistema di regole definito e coerente in merito alla preparazione degli operatori e agli standard qualitativi di servizio, nell?ambito di una certezza di possibilità di finanziamento. Solo così, per lei e per gli altri genitori, sarà possibile compiere una scelta in serenità a garanzia dei diritti dei genitori e dei figli.

Barbara Ghiringhelli

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