Famiglia

Scuola e abbandoni Moratti: “Puntiamo sul volontariato”

Nella scuola superiore italiana si perdono ogni anno 50 mila studenti per classe di eta'. Da San Patrignano il ministro annuncia la sua ricetta per fronteggiare l'emergenza

di Redazione

SAN PATRIGNANO – Ogni anno la Scuola superiore italiana perde per strada 250mila studenti, 50mila per ogni anno del quinquennio. Una emorragia che colloca il nostro Paese in coda alla classifica europea sui tassi di scolarita’ e fa registrare i casi piu’ allarmati nel sud del Paese (in particolare la Calabria) e nelle periferie urbane. I dati dimostrano che il ventre molle del sistema italiano e’ quindi la scuola media superiore, nella fascia di eta’ compresa fra i 15 e i 19 anni, in cui si disperdono fra il 18 e il 22 per cento degli studenti iscritti alle Superiori. Piu’ confonfortanti invece i dati relativi ai primi due cicli: nelle elementari il tasso di dispersione e’ dello 0,08 per cento e nelle medie inferiori il tasso sale leggermente allo 0,37 per cento. Alla conclusione del ciclo delle superiori si diplomano quindi il 72 per cento dei ragazzi italiani. Dieci punti percentuali in meno della media europea. Secondo i parametri indicati da Bruxelles l’Italia dovra’ raggiungere entro il 2010 il 90 per cento di ragazzi scolarizzati a livello di scuola superiore, ovvero arrivare a un tasso di dispersione non superiore al 10 per cento. La strada per raggiungere il traguardo l’ha indicata lo stesso ministro Moratti in un incontro coi giornalisti a margine dei lavori della riunione informale dei ministri europei di istruzione e politiche giovanili in corso a San Patrignano. Il jolly nella manica della Moratti e’ “la piena collaborazione fra istituzioni locali, famiglia e sopratutto il volontariato” in modo “che a tutti siano date le medesime opportunita’”. Alla domanda se la sua riforma penalizzi la scuola pubblica, fra l’altro in queste ore un gruppo di new global riminesi ha inscenato una protesta nel cuore della citta’ adriatica proprio su questa questione, il ministro ha ribattuto: “stiamo pensando a percorsi diversificati: a tutte le esigenze deve essere data una risposta”. Chiusa la sessione mattutina sul tema della dispersione scolastica, “utile per confrontarci a livello europeo sul modo in cui in ogni Paese fronteggia emergenze comuni e specifiche” ha sottolineato il ministro, i lavori proseguiranno nel pomeriggio con un affondo sul rapporto fra associazioni di volontariato e mondo della scuola.


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