Cultura

La Coca Cola può far male. Ai lavoratori del Sud del mondo

Il sindacato colombiano denuncia il rapimento del figlio di un lavoratore della Coca Cola

di Ida Cappiello

Continuano gli episodi di violenza e intimidazione nei confronti dei sindacalisti colombiani dipendenti delle fabbriche di imbottigliamento della Coca Cola. L?ultimo episodio denunciato da SINALTRAINAL, il sindacato locale, e ripreso dal sito www.killercoke.org, è avvenuto in settembre nella cittadina di Barranquilla. Intorno a mezzanotte, un gruppo di uomini mascherati ha aggredito e rapito il figlio quindicenne di Limberto Carranza. Il ragazzo è stato torturato e abbandonato in una zona isolata il mattino dopo, dove è stato soccorso da un passante. Nel frattempo a casa del lavoratore arrivava una telefonata di minaccia: ?Sindacalista figlio di puttana, ti romperemo le ossa e attaccheremo la tua casa?.
L?episodio, tutt?altro che isolato, è descritto come l?ultima di una serie di violenze ? tra cui addirittura due omicidi ? a danno dei rappresentanti di lavoratori della Coca Cola FEMSA, l?imbottigliatore colombiano delle bollicine più famose del mondo. L?obiettivo, perseguito evidentemente dal management aziendale nonostante la mancanza di prove dirette, è quello di ?convincere? gli operai a ridurre le loro richieste contrattuali.

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