Famiglia
Ombre su H&M
L'azienda svedese é accusata di sfruttamento dei diritti dei lavoratori.
Ha aperto a Milano il primo negozio di Hennes & Mauritz, la catena svedese di abbigliamento che negli ultimi anni è cresciuta in maniera spettacolare sul mercato internazionale (solo quest?anno ha aperto 110 negozi). Ma non è tutto oro quel che luccica.
Il sito Behind the Label (Behind the Label), dedicato alla tutela del lavoro nel settore della moda, snocciola una serie di denunce contro Hennes & Mauritz, che produce oltre la metà dei suoi capi in Asia. Riportiamo uno dei casi di sfruttamento e intimidazione raccolti dal sito. Nel maggio scorso oltre 500 lavoratori della fabbrica indonesiana di Bandung, che produce per conto di H&M, abbandonarono il posto di lavoro per protesta contro i bassi salari, al di sotto del minimo legale (guadagnavano l?equivalente di un dollaro al giorno per lavorare fino a 60 ore la settimana, mentre il salario minimo in Indonesia è di 63 dollari al mese).
Altri esempi di comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori si riferiscono anche ai negozi degli Stati Uniti, soprattutto nei confronti dei dipendenti sudamericani. Eppure la csr risulta una delle priorità della casa madre svedese. Sul sito aziendale (H&M) molte pagine sono dedicate all?argomento, con informazioni ampie: il codice di condotta è integralmente scaricabile in 25 lingue diverse, una trentina di ispettori lavora a tempo pieno per fare verifiche sul campo e il loro lavoro è descritto in dettaglio. L?azienda non nega che esistano problemi, ma interpellata specificamente sul tema dei diritti dei lavoratori, l?azienda ha risposto così: “Noi non accettiamo situazioni come quelle descritte e richiediamo a tutti i fornitori di rispettare le leggi nazionali e di accettare la libertà di associazione”, ha affermato Anna Bergare, responsabile delle relazioni esterne in Svezia, che ha promesso di indagare sul caso denunciato in tempi brevi.
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