Formazione

Droghe: la proposta di legge della Consulta

Il testo del documento firmato dalla Consulta delle Società Scientifiche e delle Associazioni Professionali del campo delle Dipendenze

di Stefano Arduini

Preso atto che è in corso una revisione della legislazione esistente in tema di droga e che il Commissario Straordinario del Governo ha chiesto alla Consulta di esprimere proposte e suggerimenti in merito; Preso atto che, in mancanza di dettagliate informazioni sulle proposte attualmente in discussione, non è plausibile entrare nel merito stretto dell?articolato e che questo sarà possibile solo quando le proposte saranno rese disponibili e pubbliche; Ricordato in particolare che questa Consulta ha già sottoposto al Commissario Straordinario, unitariamente o per tramite di alcune delle Società aderenti, due proposte di modifica riguardanti l’istituzione dell’Agenzia Nazionale per lo Studio dei Trattamenti dei problemi droga-correlati sul modello del NIDA negli Stati Uniti d?America, l’abolizione dell’art. 83 del T.U. 309.90 in tema di prescrizioni abusive, e due documenti sull? appropriatezza delle prescrizioni delle terapie sostitutive e sui modelli di consultazione per la comorbilità psichiatrica. la Consulta intende segnalare e sottolineare alcuni principi generali che ci si aspetta siano rigorosamente rispettati nella legge. Premesse Consideriamo le dipendenze come il risultato di un complesso intreccio di fattori, ambientali ed individuali, biologici, psicologici, pedagogici, sociali e culturali. Consideriamo le dipendenze come quadri diversificati di patologie, mai riconducibili a schemi semplificativi . Consideriamo ancora importante la suddivisione che l?OMS propose già diversi anni fa tra l?uso, l?abuso ed il consumo. In questo quadro di differenze, le risposte devono essere variate ed adeguate al problema che si affronta. Siamo contrari a letture,politiche e pratiche basate su approcci ideologici e moralistici di qualsivoglia natura ed orientamento. Consideriamo assolutamente prioritaria una strategia complessiva basata sul sistema delle evidenze scientifiche e delle buone pratiche professionali. Tutto ciò premesso, riteniamo che un adeguamento legislativo debba ottemperare ai seguenti principi: 1. il rispetto della dignità umana della persona dipendente, in quanto cittadino e individuo in difficoltà e non come soggetto?vizioso? meritevole di persecuzione e repressione sociale. Particolare attenzione deve essere dedicata al problema della privacy. 2. la salute delle persone con problemi di dipendenza deve essere tutelata, sul piano individuale e collettivo, indipendentemente dalla loro disposizione ad accedere a percorsi di emancipazione dalla dipendenza e non debbono essere posti in essere interventi che vincolino la tutela della salute all’accettazione di progetti di cambiamento. 3. le persone dipendenti devono avere garantito l?accesso ai trattamenti più diversificati, di dimostrata efficacia, a partire dai bisogni di ogni singolo utente. Tale garanzia all?accesso ai trattamenti lascia invariata la responsabilità professionale dell?operatore nella scelta e nella proposta all?utente della migliore risposta terapeutica possibile, stante le condizioni del soggetto e la diagnosi multifattoriale della sua situazione 4. i trattamenti non vanno imposti, salvo in casi di reale, imminente e incontestabile minaccia alla salute pubblica e/o di reale rischio per la vita della persona stessa. 5. vanno rispettate scelte in ambito terapeutico effettuate in scienza e coscienza dagli operatori. Imperizie, negligenze o sottovalutazioni sono sempre possibili, ma rientrano nel campo delle conseguenze etiche e penali degli errori professionali. 6. l?attuale assetto del sistema dei servizi è frutto di più di un trentennio di esperienze. Esso va considerato come un patrimonio conosciuto e considerato anche a livello internazionale e correttamente approfondito prima di modificarlo in modo sostanziale e non scientificamente motivato. 7.il sistema dei trattamenti deve garantire i principi fondamentali della bioetica: quello di beneficio, quello di non-maleficio, quello di giustizia e quello di autonomia. 8. l?esperienza fin qui condotta, mostra che le ?buone pratiche? sono patrimonio sia dei servizi pubblici e che di quelli del privato sociale. Va garantita tra essi una parità di un attenzione e riconoscimento, a partire da collocazioni e responsabilità differenti. Le esperienze del coordinamento e della rete dei servizi vanno potenziate energicamente. 9.la legge deve garantire interventi finalizzati all?implementazione della professionalità di tutti gli operatori pubblici e privati: curricola, profili professionali, formazione di base, aggiornamento, riqualificazione, scambio professionale e supervisione. 10.la legge deve garantire che sia promossa e sostenuta la ricerca clinica, sperimentale, medica, psicosociale e valutativa nel settore.


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