Formazione

Condono: 11 associazioni si uniscono per dire no

Il provvedimento del governo ricompatta il fronte ambientalista italiano. Firmano un documento congiunto Wwf, Legambiente, Greenpeace, Fai e altre

di Gabriella Meroni

Undici associazioni ambientaliste si sono unite per ribadire il “secco no” al condono edilizio annunciando un sit-in di protesta davanti a Palazzo Chigi lunedì 29 settembre in contemporanea allo svolgimento del Consiglio dei Ministri. “Ci sono almeno dieci buoni motivi per opporsi con determinazione a questa operazione finanziaria – dicono le associazioni – dal regalo che rappresenterebbe per l’ illegalità, ai forti dubbi d’ incostituzionalità fino alle ingenti spese che i Comuni sono chiamati a sostenere per le opere di urbanizzazione”. A lanciare l’ultimo appello al Governo per fermare la sanatoria edilizia Legambiente, Wwf, Greenpeace, Fai, Inu, Italia Nostra, Lac, Lav, Lipu, Marevivo, Vas. “Sono decine e decine i caln della malavita organizzata per i quali la magistratura ha accertato un coinvolgimento diretto con il business dell’abusivismo edilizio e nel ciclo del cemento – ha detto il presidente di Legambiente, Ermete Realacci – e il condono dissennato è un regalo anche per loro”. Questa terza sanatoria (“nel giro di 20 anni”), com’é dichiarato nel primo punto del decalogo del cartello di associazioni, è la peggiore perché “risponde ad una logica perversa che vede demanio, beni culturali e ambientali, legalità, tutto sacrificato e posto in secondo piano. Negativi i rivolti sul fronte economico, sottolineano le associazioni. “Il condono produce un guadagno solo apparente ma in realtà nasconde una perdita per la collettività: a Roma a fronte di incassi pari a 477 milioni di euro, si sono dovute realizzare opere di urbanizzazione pari a 2.992 milioni di euro”. Una costruzione abusiva sanata, infatti, si sottolinea, diventa legale e legittima a tutti gli effetti e, come tale, dev’essere fornita di strade, fogne, allacci, servizi. In tal senso, rivelano le associazioni “i comuni calcolano che, di media, il costo per abitazione per le urbanizzazioni primarie è di circa 24mila euro di cui meno della metà versati dal cittadino”. Senza contare i danni ambientali. “Ogni anno 50-60 mila ettari – ha detto Fulco Pratesi – vengono divorati dal cemento provocando un’erosione continua”.


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