Famiglia

Bambini di celluloide e sentimenti autentici

Infanzia protagonista in tre film in arrivo nei cinema italiani: Un sogno per domani, Conta su di me e Liam. Un unico messaggio: dai bambini c’è sempre da imparare

di Antonio Autieri

Tre film con bambini: Un sogno per domani, Conta su di me, Liam. Nelle ultime settimane possiamo vedere, nelle sale italiane, una serie di film in cui protagonisti sono i bambini con i loro ingenui e talvolta confusi punti di vista. Che però esprimono, appunto, un giudizio sui grandi. Cominciamo con Un sogno per domani, intitolato originariamente Pay it forward. Titolo che aveva a che fare con l?idea centrale del film: l?espressione significa più o meno ?restituire un favore?. E nel film è appunto questa l?idea di Trevor, interpretato da quel Haley Joel Osment che impressionò il mondo lo scorso anno nella parte del bambino sensitivo de Il sesto senso. Trevor è un tredicenne che vive con la madre divorziata e alcolizzata, in un paesino ai sobborghi di Las Vegas. Quando un giorno il professor Simonnet, uomo dall?animo afflitto, invita in classe a fare una buona azione e poi a raccontarla davanti a tutti, Trevor escogita un meccanismo per «migliorare il mondo». Se ognuno si impegna a fare un ?favore? (ma davvero significativo) a tre persone e poi queste persone faranno lo stesso con altre tre e così, via, in una specie di ?catena di Sant?Antonio? della generosità, il mondo cambierà. Un?ingenuità, certo, ma il ragazzino ci si mette di impegno per convincere gli altri della sua idea e per metterla in pratica. A cominciare dalla madre e dal professore triste, che alla fine si arrenderà a questa logica ?rivoluzionaria?. È difficile cambiare il mondo, ma forse si può cominciare a migliorarlo iniziando ad aiutare il (metaforico) compagno di banco. Su un piano realistico e non di favola ?con messaggio? si pone Conta su di me, film appena arrivato in Italia: si tratta di una pellicola americana indipendente, sospinta da due sorprendenti nomination agli Oscar. Qui il bimbo si chiama Rudy, ha otto anni, e vive con la mamma Sammy. Il padre non lo ha mai visto, e nemmeno lo zio Terry, fratello della madre che un giorno ricompare con il suo carico di problemi e di stranezze in casa loro. Zio e nipote fanno subito amicizia, perché con le sue eccentricità per Rudy quello strano zio incarna (inconsciamente) la figura paterna. Ma sarà proprio lo zio a convincere Rudy a mettersi in cerca del padre. Tra una sorella combattiva ma triste e un zio sbandato, è il bambino il punto di equilibrio della loro vita. Dove il realismo è spinto su un piano ancora più drammatico è di certo Liam, film ambientato a Liverpool negli anni ?30. Qui la depressione economica è ai massimi livelli e in casa di Liam, bimbetto irlandese agevolato nella realtà da uno sguardo pieno di curiosità e stupore e frenato da una tenerissima balbuzie, la miseria è ai limiti della sopportazione. Il padre, dopo averle provate tutte, si butterà nell?estremismo fanatico del partito fascista inglese, convinto che a rubare il lavoro siano gli ebrei. E si rischierà la tragedia. Ma la cosa commovente del film è proprio la faccia di Liam, che attraversa le angosce di quel periodo con una positività che sembra reinventare il presente e offrire una speranza per il futuro. Insomma: se guardiamo i bambini possiamo salvarci.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA