Famiglia
Una mamma intraprendente. Iolanda Bulgarelli, un sogno sotto il Sicomoro
Ha 5 figli. Ma non le bastano. Così a Milano ha aperto tre asili nido grazie anche allaiuto del comune. E sono in tante a fare come lei.
Semi di girasole e fusilli crudi. Andreas, 18 mesi, e Martina, 15, la colazione la preparano così. Mescolano gli ingredienti con un cucchiaio di plastica rossa, ma un po? anche con le mani, e li danno a Iolanda Bulgarelli. Quasi a voler imboccare questa signora che ha 42 anni, 5 figli e 3 nidi nella zona Sud di Milano. Di cui due d?appartamento. E cioè inseriti in una casa vera, con mobili veri, vicini veri e ritmi di vita veri. Una casa come i quattro locali più terrazzo invasi dalla luce, al secondo piano di una palazzina in zona Brenta, che da 20 giorni ospitano il nido Sicomoro.
L?ultima fatica di Iolanda. Anzi no, “l?ultima gioia”, si corregge guardando Andreas che è egiziano, Martina che è biondissima e Alice che è appena stata accompagnata al nido dalla mamma. Oltre a loro, al Sicomoro, dalle 9 alle 15, abitano altri due piccoli. Che sommati agli inquilini degli altri due nidi aperti da Iolanda, fanno 31 bambini di cui essere responsabile. Ma 5 figli tra i 16 e i 3 anni non erano già abbastanza?
Iolanda Bulgarelli: È grazie a loro che ho iniziato questa avventura. O meglio, è grazie al mio terzo e quarto figlio: li ho portati in un nido part time favoloso che mi ha fatto scoprire un modo di verso di stare tra genitori e di educare. Mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso di replicare l?esperienza, cercando di dare agli altri quello ho ricevuto io. Così mi sono lanciata e ho presentato al Comune di Milano il progetti di un micro nido per 20 bambini.
Vita: Come è andata?
Bulgarelli: Ho avuto l?ok per un finanziamento nel 2001 e visto i primi soldi nel giugno di quest?anno. Ma nel frattempo non sono stata ad aspettare. Mi sono attaccata a Internet per cercare ogni possibile forma di finanziamento. E poi ho costituito una cooperativa sociale con mia sorella e mia cognata per cominciare a lavorare in attesa dei finanziamenti. L?ho chiamata Sicomoro, come l?albero biblico su cui si arrampica Zaccheo per vedere Gesù. La cooperativa, proprio come l?albero, è stata il mio trampolino di lancio: da soli si fa un passo, insieme dieci. E oggi Sicomoro è anche il nome di questo nido speciale.
Vita: Perché speciale?
Bulgarelli: Guarda Andreas e Martina: ciondolano in cucina insieme alle due educatrici che stanno preparando la merenda. Questo, in un nido tradizionale non sarebbe possibile. Anche le giornate dei bambini sono simili a quelle che vivono a casa loro: escono per andare ai giardini o per accompagnare le educatrici a comprare il pane.
Vita: Come le è venuto in mente di fare un nido d?appartamento?
Bulgarelli: Sono stata traviata (ride) da Caterina Masé delle tagesmutter di Trento: ha creato una rete di mamme educatrici con un fortissimo impatto sociale. Più parlavo con lei, più pensavo che fosse la strada giusta. Una conclusione cui è arrivato anche il Comune di Milano che a febbraio di quest?anno ha pubblicato il primo bando. Io naturalmente ho risposto, come tante altre mamme che hanno aperto altri nidi.
Vita: Tutti come il tuo?
Bulgarelli: No, non c?è un modello fisso. L?unica cosa che non cambia è il finanziamento del Comune, diretto alle famiglie: 250 euro al mese per iscriversi al nido. A mio carico, invece, sono le altre spese: dallo stipendio delle due educatrici di circa 1.100 euro al mese, inquadrate con un contratto simile a quello dei portinai proprio per il carattere residenziale del loro incarico, ai lavori che abbiamo dovuto fare in questa casa ottenuta in comodato d?uso da un parente. La retta del nido è di 500 euro al mese. Rientro nelle spese se al nido si iscrivono almeno 7 bambini.
Vita: E lei cosa ci guadagna?
Bulgarelli: Di guadagni economici, per il momento non se ne parla. Ma la verità è che questi progetti mi danno una grande soddisfazione: aiutano le famiglie e diventano il terreno in cui germogliano reti informali di solidarietà. Educare, per me, vuol dire questo.
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