Non profit

Anatomia di uno spot Ibm pro Linux e contro Gates

Si intitola "Prodigio" il nuovo video pubblicitario in favore dell'open source.

di Riccardo Bagnato

Prodigio, si chiama così il nuovo video pubblicitario di Ibm in favore dei propri prodotti open source (Linux. The future is open.). Un video in cui un bambino (quasi immobile, occhi azzurri e biondissimo), ascolta impassibile. Sullo sfondo due voci fuori campo: “Devi proprio vederlo”, dice la prima. “Ma è solo un bimbo”, risponde la seconda. Nel video compaiono per qualche secondo personaggi famosi, come l?allenatore di basket John Wooden, “un giocatore che rende grande la squadra vale di più di un grande giocatore. Perdersi nel gruppo, per il bene del gruppo, questo è teamwork”. O Sylvia Nasar: “Una cosa molto piccola può risolvere un problema estremamente complesso”, confessa l?autrice del libro A beautiful mind al bambino. Ma non solo. Mentre alcuni personaggi (fra cui anche il pugile Mohamed Ali), offrono la propria immagine e il proprio insegnamento, altri incarnano più semplicemente chi la figura del poeta, chi dell?astrologo, del musicista, del pilota di aerei, e chi dell?insegnante di latino che ricorda al bimbo “Res publica non dominetur” ovvero “Non si domini la cosa pubblica”: il riferimento al codice aperto dei prodotti open source rispetto ai sistemi proprietari è del tutto evidente. Ma per apprezzare alcune finezze bisogna stare attenti: un uomo di colore a nome professor Gates pronuncia infatti le seguenti parole: “Organizzare dati è il primo passo verso la saggezza. Ma condividere dati è il primo passo verso la comunità”. Ibm usa mezze parole, immagini da Odissea 2001 (il computer Hal del film proviene dalla sigla Ibm per altro), ma è chiara, e diciamolo, prende un po? in giro il Bill Gates famoso, ex uomo Ibm che, andandosene, ha creato il sistema operativo Windows. Il cui maggiore competitor è proprio quel bambino. “Ma ha un nome questo bimbo?”, dice la voce fuori campo in chiusura, mentre un?altra voce risponde: “His name is Linux”.


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