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Enti non profit decalogo per un bilancio doc

E' stato recentemente reso noto il "Quadro programmatico per la preparazione e la presentazione del bilancio delle aziende non profit".

di Francesco Agresti

“Un?opportunità di crescita, un salto culturale per tutto il non profit che garantirà maggiore trasparenza ed efficienza”. Questi gli effetti che Angelo Maramai, direttore amministrativo di Telethon, si augura sortirà il Quadro programmatico per la preparazione e la presentazione del bilancio delle aziende non profit, principi e indicazioni messi a punto dalla Commissione aziende non profit del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, codificati in un documento reso noto recentemente. Rispondere alle esigenze conoscitive degli stakeholder, esercitare un?azione di guida e di indirizzo delle attività, garantire trasparenza sono le finalità definite dai commercialisti cui dovrebbero ispirarsi le organizzazioni nel redigere i bilanci. “Questi risultati”, spiega Maramai (membro della Commissione in qualità di rappresentante del mondo del non profit), “possono essere raggiunti solo se viene adottato un linguaggio comune che consente di confrontare i dati rappresentati”.

Dare un?anima a freddi e apparentemente sterili numeri che rappresentano l?attività di organizzazioni che hanno, come è scritto nel documento della Commissione aziende non profit, “una motivazione originaria diversa da quella di accrescere la ricchezza economica e l?obiettivo di destinare risorse al soddisfacimento di bisogni o allo svolgimento di funzioni di interesse comuni”, e per le quali il capitale più importante è quello fiduciario.
I commercialisti hanno cercato di definire alcuni principi di natura contabile che tenessero conto delle peculiarità delle organizzazioni che avrebbero dovuto applicarli: “In Italia”, riprende Angelo Maramai, “mancava un corpo unitario di principi guida per la preparazione e la presentazione del bilancio destinato alle organizzazioni non profit, una carenza che iniziava a pesare e cui doveva essere necessariamente posto rimedio.
Partendo da queste considerazioni, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha creato un gruppo di lavoro dedicato al non profit. Abbiamo iniziato prendendo spunto dalle esperienze internazionali, con particolare attenzione a quella statunitense e britannica, realtà in cui il non profit è fortemente consolidato e dove esistono principi contabili che hanno la stessa dignità e la stessa validità di quelli adottati nel for profit. Da lì abbiamo iniziato a lavorare su forme di comunicazione univoche, creando degli istituti di tipo contabile (ma non solo), che valessero per tutto il non profit”.
Sono otto i principi generali individuati: prevalenza della sostanza sulla forma; comprensibilità; imparzialità; prudenza; comparabilità e coerenza; annualità; verificabilità dell?informazione e significatività. “L?attenzione della Commissione”, racconta Maramai, “si è concentrata in particolare su alcuni concetti sui quali era necessario fare chiarezza”.
Primo fra tutti la distinzione fra attività istituzionali e attività di supporto, non solo per finalità definitorie ma soprattutto per trovare le giuste modalità per render conto dell?attività svolta, delle risorse impiegate e dei risultati contabili conseguiti. “Altro elemento su cui abbiamo lavorato”, prosegue Maramai, “è quello relativo agli aspetti patrimoniali. A tal proposito abbiamo cercato di mettere in evidenza quelli che sono i flussi di movimentazione dei fondi: se un?organizzazione ha delle risorse destinate a specifiche finalità, dal bilancio deve risultare con chiarezza come queste risorse sono state utilizzate nel corso dell?esercizio e quanto l?organizzazione investe su un?iniziativa piuttosto che su un?altra. Per questo suggeriamo di inserire in bilancio un prospetto di movimentazione dei fondi. Abbiamo inoltre affrontato l?aspetto relativo alle liberalità: uno dei principi si occupa specificatamente di come devono essere considerate, come devono essere scritte in bilancio e che differenza c?è tra una liberalità con vincolo di destinazione e una che invece ne è priva”. I principi hanno un valore indicativo e saranno applicati su base volontaristica, anche se, visto il seguito che hanno avuto soprattutto tra le grandi organizzazioni le precedenti indicazioni dei commercialisti, è facile prevederne una rapida diffusione. “Quando abbiamo iniziato a lavorare su questi principi”, conclude Maramai, “pensavo che fossero destinati ad avere una valenza culturale più che effettiva, invece ho potuto constatare un crescente interesse di gran parte delle organizzazioni”.
Il documento, estremamente agile e leggibile, può rappresentare un prezioso strumento operativo anche per le associazioni più piccole, posto che “uno degli obiettivi nella redazione del bilancio delle anp è quello di contribuire alla creazione e allo sviluppo di un clima di fiducia all?interno della collettività/comunità di riferimento”.
La Commissione aziende non profit tornerà presto a lavoro: in cantiere ci sono i principi per il bilancio sociale e per il bilancio di sostenibilità.

Info:
Il testo del documento redatto dalla Commissione si trova su:
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