Volontariato

Cei contro Ue su diritti famiglia e gay

"Sussidiarietà su politica estera e difesa ma non su etica", l'appello lanciato dal Cardinal Ruini al Consiglio permanente della Cei apertosi oggi a Roma

di Paolo Manzo

Perche’ mai il Parlamento europeo, chiede il cardinale Ruini, dovrebbe emanare ”raccomandazioni” ai singoli Stati in temi come il diritto di famiglia e le equiparazioni dei gay alle coppie sposate, mentre fatica a trovare posizioni comuni su temi di maggiore rilevanza sovranazionale come politica estera, difesa, politica economica? Il presidente dei vescovi italiani ha aperto oggi a Roma il Consiglio permanente della Cei con questo ”interrogativo” sull’uso del principio di sussidiarieta’ nell’Unione europea. Nel tracciare una panoramica sulle sfide che ha davanti a se’ l’Unione, in primis l’appuntamento della Cig il 4 ottobre a Roma per l’approvazione del Trattato costituzionale, il presidente della Cei ha ribadito che i vescovi italiani continueranno a battersi per il riconoscimento delle radici cristiane piu’ volte chiesto dal Papa. Ma e’ andato oltre. E ha posto un interrogativo sull’uso del principio di sussidiarieta’, quando ”con ristrette maggioranze” il Parlamento europeo emana risoluzioni sul diritto di famiglia o stigmatizza prese di posizione della Chiesa cattolica sulle equiparazione delle coppie di fatto a quelle sposate o sull’adozione da parte dei gay. ”Da una parte infatti -ha argomentato Ruini- l’Unione Europea trova grandi, anche se storicamente comprensibili, difficolta’ ad agire a livello comunitario” su materie come politica estera, difesa, politica economica. Ambiti nei quali ”le sue competenze come Unione, anche alla luce del principio di sussidiarieta’, sembrerebbero piu’ fondate ed evidenti”. ”Dall’altra parte l’Unione stessa, e in particolare il Parlamento Europeo -ha proseguito- appaiono inclini ad intervenire in ambiti, come la regolamentazione dei comportamenti etico-sociali, nei quali il medesimo principio di sussidiarieta’ richiederebbe invece di non diminuire l’autonomia e le competenze delle singole Nazioni, sulla base delle loro proprie storie e culture”. Per il porporato due esempi in tal senso sono stati forniti quando, lo scorso 4 settembre, ”il Parlamento Europeo ha approvato, con una ristretta maggioranza, una relazione sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione Europea che raccomanda ai Paesi membri di riconoscere i rapporti non coniugali, anche tra persone dello stesso sesso”, e ha abolito distinzioni degli omosessuali in materia di diritto al matrimonio e all’adozione di minori. Il Parlamento ha poi approvato un’altra risoluzione, ha proseguito Ruini, in cui si ”disapprova vivamente” quanto raccomandato dal Vaticano ai politici cattolici sul riconoscimento legale dei gay. Ma tali considerazioni erano basate sul diritto naturale e non indirizzate solo ai credenti, ha ricordato il cardinal Ruini. Infatti ”dovrebbe essere abbastanza evidente” ha ribadito che non c’e’ nessuna ”discriminazione”, ”ma e’ invece richiesto dalla giustizia stessa, che vieta di porre sullo stesso piano del matrimonio forme di unione che non possono in alcun modo raggiungere le sue finalita’, essenziali per il bene delle persone e della societa”’. ”Come Vescovi italiani -ha concluso- continueremo pertanto ad esprimerci con chiarezza su questa come su altre materie di grande rilievo etico e sociale, in conformita’ alla nostra missione di testimoni della fede e percio’ anche promotori di autentica umanita”’.


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