Cultura

Chiusa tv di disabili presieduta da onorevoli dell’opposizione

Il fatto è accaduto a Senigallia. Immediate proteste

di Gabriella Meroni

La Polizia postale ha chiuso stamane un’ emittente tv di quartiere fondata a Senigallia da una cooperativa di disabili, ‘Disco volante’, che trasmetteva in un raggio di circa 200 metri sfruttando il cono d’ ombra di altre frequenze tv. Le proteste non si sono fatte attendere, a cominciare da quelle del presidente dell’ emittente, il deputato diessino Luigi Giacco, e dall’ on. Marco Lion dei Verdi. Giacco non nega che la tv operasse senza concessione, e dunque in un regime di illegalita’, ma ricorda che in sede di discussione della Legge Gasparri sull’ emittenza ”il ministro aveva accettato l’ idea di un ordine del giorno che affrontasse il nodo della regolamentazione delle tv di strada, pur avendo respinto un nostro emendamento in proposito. Nel frattempo – ha aggiunto il parlamentare dell’ Ulivo – confidavamo in una sorta di gentleman agreement che impedisse l’ oscuramento di queste emittenti”. Invece ‘Disco Volante’, nata nel giugno scorso con un palinsesto dedicato ai problemi dell’ handicap ma anche alla vita della citta’ (al quale lavoravano due disabili e l’ animatore della cooperativa Enea Discepoli), ha dovuto interrompere le trasmissioni. ”Brutto segno, in una societa’ dove il pluralismo dell’ informazione si fa sempre piu’ asfittico e l’ anno dei disabili viene celebrato solo a parole” commenta Giacco. Ancora piu’ duro Lion, membro dell’ esecutivo nazionale dei Verdi, e deputato eletto a Senigallia. ”E’ singolare – osserva – che nel nostro paese il potere di oscuramento nell’ ambito delle frequenze televisive venga esercitato solo verso realta’ senza padrini politici, come fu Craxi per Berlusconi”. ”Ancora una volta infatti, – prosegue – ambiti di liberta’ e di informazione di base, che hanno individuato uno spazio di frequenze al limite della correttezza formale ma che assolutamente non intaccano nessun diritto reale vengono chiuse, mentre situazioni palesemente e violentemente in contrasto con le leggi, come per esempio l’ uso delle frequenze da parte di Rete 4, che da tempo dovrebbe trasmettere via cavo, restano senza alcuna sanzione o iniziativa da parte dell’ Escopol”. ”Per non parlare” conclude Lion – del plateale e scandaloso conflitto di interesse che vede, unico caso al mondo il presidente del Consiglio proprietario di tre reti televisive”. Conflitto che secondo Lion anziche’ trovare soluzione ”verrebbe aggravato dal disegno di legge Gasparri”. Comunicato di Telestreet Il quattro dicembre del duemilaedue un nucleo di carabinieri, su mandato del Ministero delle Comunicazioni tentò di chiudere Telefabbrica, una telestreet nata a Termini Imerese per sostenere la lotta degli operai della Fiat minacciati di licenziamento. Oggi 19 settembre duemilatre alcuni funzionari dello stesso Ministero hanno disattivato e sigillato la street tv di Senigallia Disco Volante (071.65033, studio.zelig@tiscali.it) perché non provvista di concessione governativa. Disco Volante era la televisione fondata da una cooperativa di disabili, trasmetteva da alcuni mesi in un raggio di qualche centinaio di metri, senza coprire alcun altro segnale, ed è stata chiusa. Più o meno è come impedire a due sordomuti di farsi dei gesti di saluto dai due lati della strada. Il messaggio che arriva dal governo appare chiaro. Nessuno ha più il diritto di comunicare, solo Lui (e i suoi inservienti). Disco Volante non aveva la concessione governativa che autorizza a trasmettere, violava dunque un articolo Legge Mammì. Anche Rete4 non dispone della concessione, e il suo raggio di azione non è di centocinquanta metri. Ma Rete4 può trasmettere, il Ministero delle Comunicazioni non la chiude. Telestreet è nata per diffondere la coscienza che è possibile rompere il monopolio della comunicazione prendendosi semplicemente la responsabilità di comunicare, con tutti gli strumenti, anche quello televisivo. E? possibile farlo, costa poco, e mette in moto energie creative e politiche. Telestreet è nata per portare democrazia nella comunicazione, proprio ciò che in questo paese si cerca di distruggere. Perciò Telestreet chiama tutte le persone sensibili a provare lo stesso disprezzo che noi proviamo per questa comica repressione che impedisce alla gente di trasmettere parole ed immagini nel raggio di centocinquanta metri. Per parte sua Telestreet insiste nel rivendicare il diritto alla comunicazione e dichiara che continuerà con tutti i mezzi a riaffermare questo diritto sancito dall’art. 21 della Costituzione. Nuove televisioni di strada continueranno a sorgere, nelle metropoli, nelle città e nei paesi, perché rispondono ad una grande esigenza di libertà di espressione; questo bisogno non può venire fermato da alcuna ordinanza del Ministero delle Comunicazioni. Telestreet network


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