Formazione

Non può esistere sostenibilità ambientale senza una cittadinanza attiva

«C’è sempre stata», spiega Alessio Di Addezio, della direzione nazionale di Legambiente, «una divisione netta tra il tema sociale e quello ambientale. Ma ora finalmente le cose stanno cambiando e stiamo scoprendo, attraverso la voce dell’associazionismo territoriale, come la cittadinanza si muove per affrontare la questione ambientale. Il Terzo settore può essere maestro nel nostro Paese della transizione ecologica»

di Redazione

Formazione quadri Terzo settore – Fqts è un progetto di formazione per i dirigenti delle organizzazioni del Terzo settore meridionali promosso dal Forum Terzo settore e dal Centro servizi per il volontariato, realizzato con il sostegno della Fondazione con il Sud. Dalle questioni di genere fino a quelle ambientali, senza tralasciare i percorsi verso alla cittadinanza globale. Alessio Di Addezio ha partecipato ai corsi come formatore e ha incontrato le realtà del Terzo settore meridionali.

Di Addezio fa parte della direzione generale di Legambiente ed insegna con una convinzione precisa: «Esiste», spiega, «un nesso imprescindibile tra sostenibilità ambientale e cittadinanza attiva». Dobbiamo cambiare rotta: «C’è sempre stata», racconta, «una divisione netta tra il tema sociale e quello ambientale. Quello che ho provato a fare durante le lezioni di fqts è spiegare come la cittadinanza si può muovere per affrontare la questione ambientale. Non esiste una “ricetta”specifica, ma riflessioni che nascono a partire dal racconto di esperienze molto diverse tra loro che messe insieme costituiscono parte della risposta alla domanda rispetto al ruolo del Terzo settore nello sviluppo delle comunità e l’empowerment del territorio. Una delle questioni centrali è l’applicazione della sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale. In questo senso è in atto un cambiamento: si sono sviluppate molte economie sane, elemento che dà una spinta propulsiva importante al Terzo settore, maestro nel nostro Paese della transizione ecologica». 


L’obiettivo di questa linea di formazione di fqts è proprio quello di offrire strumenti per favorire la costruzione di processi virtuosi di empowerment dei territori che abbiano come spinta generativa la declinazione locale di tematiche socio-ambientali. L’idea è quella di ripartire dalle comunità stesse, ponendole al centro dell’ intervento, al fine di affrontare le questioni urgenti e preoccupanti che derivano dalla pressione dei cambiamenti climatici e delle loro ripercussioni sugli strati più vulnerabili della società civile. Allo stesso tempo, le comunità vengono riconosciute anche come punti di forza, in grado di mobilitare diversi attori nella realizzazione di progetti comuni per migliorare le condizioni di vita e perseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

«Innanzitutto», dice Di Addezio, «bisogna parlare di ambienti e non di ambiente unico. Perché ogni territorio ha le sue potenzialità e soprattutto ogni luogo è diverso. Quello che però stiamo riscontrando è che in tutti i contesti, e a tutti i livelli, sono sempre più ricercate le competenze green». Questa tendenza la confermano anche i dati: «nel 2023, secondo i dati di Unioncamere quasi il 14% di tutti i lavoratori italiani svolge un lavoro green. E ancora i dati Unioncamere-Anpal, dal report Le competenze green: analisi della domanda di competenze legate alla green economy nelle imprese, pubblicato ad aprile 2023, testimoniano che l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, è stata richiesta per circa 4,2 milioni di posizioni dalle imprese. Il Terzo settore deve entrare in questi processi, emanciparsi, dimostrare curiosità per far fronte a questi cambiamenti».

Credit foto Pixabay

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