Salute mentale
Il tema del suicidio tra i giovani sale sul palco di Sanremo
Questa sera il tema del suicidio tra i giovani è salito sul palco di Sanremo. «Parlarne fa paura, ma non parlarne è un suicidio»: questo il messaggio che hanno voluto trasmettere le tre persone che hanno sollevato i loro cartelloni durante l’esibizione di La Sad. «Se stai male o stai vivendo un momento difficile non avere paura di parlarne o farlo vedere; usa la musica, le parole, l’arte, ma non tenere il dolore e il malessere nascosti dentro di te», sottolinea Monica Petra, presidente di Telefono Amico Italia. Con lei Rocchina Stoppelli, presidente dell’associazione La Tazza Blu e Beatrice De Luca, co-fondatrice di TuttoAnnodato, il progetto nato in seguito al suicidio di Andrea, suo compagno di liceo
Questa sera il tema del suicidio tra i giovani è salito sul palco di Sanremo. «Parlarne fa paura, ma non parlarne è un suicidio»: questo il messaggio che, hanno voluto trasmettere le tre persone che hanno sollevato i loro cartelloni durante l’esibizione di La Sad, che ha portato sul palco la canzone dal titolo “Autodistruttivo”, che racconta il disagio giovanile.
La prima: Rocchina Stoppelli, presidente dell’associazione La Tazza Blu, nata in ricordo di sua figlia Giulia, che si è suicidata poco prima di compiere 17 anni.
La seconda: Francesco, volontario di Telefono Amico Italia, in ricordo di un’amica che non c’è più.
La terza: Beatrice De Luca, co-fondatrice di TuttoAnnodato, il progetto nato in seguito al suicidio di Andrea, suo compagno di liceo, diciottenne, avvenuto nel maggio del 2021 (tuttoannodato@gmail.com).
«Di fronte al suicidio di un amico – commenta Alice Viotti, anche lei co-creatrice del progetto, «la risposta non può essere il silenzio. Il silenzio fa male, intensifica il problema e alimenta lo stigma. Bisogna parlarne e parlarne bene, bisogna agire in prevenzione e non solo ed esclusivamente in seguito a casi di suicidio perché quelli rappresentano solo la punta dell’iceberg di un malessere che è molto più diffuso e vicino a noi di quanto non si creda. Dopo il suicidio di Andrea la scuola non ci ha aiutato. Ognuno di noi ha dovuto affrontare il momento individualmente con le proprie risorse disponibili, e questo chiaramente ha rappresentato un problema perché ci si sarebbe aspettati un supporto e una presenza da un mondo adulto che invece è stato assente, e a tratti anche fonte di ulteriori malesseri».
Un tabù persistente
Le occasioni per trattare di prevenzione al suicidio e in generale di salute mentale sono ancora poche. I dati statistici internazionali rivelano una tendenza a sottostimare il fenomeno del suicidio a causa di difficoltà di ordine metodologico e relative allo stigma sociale: spesso vige un tabù, e per motivi di ordine religioso e culturale, i suicidi non vengono registrati come tali.
«Provi a dire ad alta voce “suicidio in adolescenza”: queste parole fanno paura e pronunciarle costruisce muri», sottolinea Stoppelli. «Noi abbiamo deciso di avere il coraggio, l’onestà e la tenacia di usarle perché confidiamo nella forza e nella necessità delle parole. Vogliamo aiutare i giovani a trovarle e gli adulti ad avere il coraggio di usarle. Vogliamo dare voce anche a chi non ne ha più una. Parlare può salvare vite e noi non staremo in silenzio». Essere a Sanremo, allora, è un’occasione straordinaria. «Parlare di suicidio è sempre difficile, lo stigma è fortissimo. E’ una battaglia culturale che stiamo portando avanti, perché crediamo che la prevenzione del suicidio, specialmente tra gli adolescenti, cominci proprio con le parole: speriamo che un palco così importante sia l’inizio di un cambio di mentalità»
Parlare di suicidio è sempre difficile, lo stigma è fortissimo. È una battaglia culturale che stiamo portando avanti, perché crediamo che la prevenzione del suicidio, specialmente tra gli adolescenti, cominci proprio con le parole: speriamo che un palco così importante sia l’inizio di un cambio di mentalità
Rocchina Stoppelli, presidente dell’associazione La Tazza Blu
Davanti a questo fenomeno persiste tuttora un alone di pregiudizio, vergogna ed omertà. «Il tema del suicidio è decisamente sottostimato probabilmente perché fa paura», prosegue. «Si continua a pensare che il suicidarsi sia una scelta individuale, e quindi il problema non ci riguarda. Invece noi sosteniamo chi si suicida è vittima di un dolore insostenibile e indicibile che, come via di uscita, vede solo la morte. Quando un/una giovane si suicida è un fallimento della società intera. È troppo semplice scaricare tutto sulla famiglia, sulla scuola. Questa è una vera e propria piaga sociale e le istituzioni tutte devono farsene carico».
I famigliari che sopravvivono, poi, spesso soffrono in silenzio e sono abbandonati a loro stessi.
«Di suicidio si può e si deve parlare, perché il primo passo per fare prevenzione è proprio rompere il tabù che persiste su questo tema», spiega Monica Petra, presidente di Telefono Amico Italia. «L’ascolto e il sostegno psicologico sono gli elementi essenziali da cui partire per prevenire e affrontare un disagio psicologico, ma anche l’arte e la musica possono fare tanto – aggiunge – sono linguaggi attraverso i quali spesso è più facile riconoscere e dare sfogo al proprio dolore, soprattutto per i più giovani».
«La narrazione che se ne fa lo riporta come un problema individuale mentre in realtà tocca tutti e tutte noi in quanto problema sociale e politico, ed è necessario agire come società verso il cambiamento», conclude Alice Viotti. «La nostra presenza sul palco di Sanremo è un primo grande passo per portare il tema ad un pubblico vasto ed eterogeno, e speriamo davvero che possa essere solo l’inizio. Con il cuore carico di emozione, l’invito è sempre quello di parlarne, sensibilizzare ed esserci, perché può davvero fare la differenza».
L’invito a Sanremo
La Tazza Blu, TuttoAnnodato e Telefono Amico Italia sono stati invitati da La Sad. «Siamo onorati – commenta la presidente di Telefono Amico – insieme a loro abbiamo voluto lanciare un messaggio importante: se stai male o stai vivendo un momento difficile non avere paura di parlarne o farlo vedere; usa la musica, le parole, l’arte, quello che vuoi, ma non tenere il dolore e il malessere nascosti dentro di te».
A volte sembra tutto buio. A volte sembra che nulla vada per il verso giusto. A volte ci si sente sbagliati per questo mondo, ma è fondamentale chiedere aiuto
La Sad
«A volte sembra tutto buio. A volte sembra che nulla vada per il verso giusto. A volte ci si sente sbagliati per questo mondo, ma è fondamentale chiedere aiuto», commentano i La Sad. Il gruppo è nato nel 2020, quando nelle vite di Theø, Plant e Fiks «c’era il buio a fare da padrone». Per questo sottolineano «L’ascolto e il sostegno psicologico sono gli elementi essenziali da cui partire per affrontare un disagio, ma anche l’arte e la musica possono fare tanto: sono linguaggi attraverso i quali spesso è più facile superare il proprio dolore, soprattutto per i più giovani».
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