Volontariato

Costalli (Mcl) e il suo progetto di Europa

In sintesi l'intervento di Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, al seminario internazionale sull'Europa, terminato ieri a Senigallia (An)

di Paolo Manzo

Occorre rilanciare nel Paese un grande progetto riformista che partendo da comuni radici cristiane coinvolga organizzazioni sociali, uomini di cultura, operatori sociali che abbiano a cuore il Paese. Occorre avviare un nuovo clima di relazioni industriali dove alla logica dell?antagonismo fine a se stesso si contrapponga un?alleanza per la competitività e l?inclusione sociale tra gruppi di interessi contrapposti, a cui da tempo ci invitano le autorità comunitarie. L?attuazione della riforma Biagi sul mercato del lavoro è una risposta pragmatica e concreta alle nuove esigenze, una risposta che va nella giusta direzione. Dobbiamo affrontare tutto il ?sistema welfare? smettendo di sostenere quelle corporazioni che con la scusa dello Stato sociale lo hanno occupato; dobbiamo avere il coraggio di parlare di riforma delle pensioni: se non si dovesse intervenire per riequilibrare l?attuale sistema pensionistico, il pericolo è che si scateni una guerra tra generazioni. Le pensioni sono una grande questione che riguarda l?equilibrio tra generazioni: rappresentano senza dubbio un sistema di equità che investe il rapporto tra gli anziani e le giovani generazioni. Troppo spesso una parte del sindacato (CGIL) pensa esclusivamente al ?lavoratore uomo? occupato in una grande fabbrica, che non esiste quasi più: noi vogliamo pensare anche alle donne, ai giovani, agli emarginati che nel mercato del lavoro, come lo immaginano loro, non entrerebbero altrimenti mai. Noi abbiamo cercato qui a Senigallia, con gli autorevoli ospiti, e cercheremo alla Conferenza programmatica del 28 e 29 novembre, di dare una spinta importante alla costruzione di questo ?grande progetto riformista cattolico?, anche con proposte dettagliate. Davanti ad un?opinione pubblica distratta e poco interessata, sta prendendo forma la futura costituzione europea. Alcune lobbies e paesi ?Francia in testa- stanno facendo di tutto per cancellare l?esperienza religiosa , prima di tutto le radici cristiane, dai fattori costitutivi dell?Europa. Ciò va contro la storia del vecchio continente, pervasa dall?umanesimo cristiano. La storia d?Europa dimostra invece esattamente il contrario: non solo Dio c?è, ma c?entra al punto che le regole di convivenza civile, la solidarietà, il rispetto per la persona, valori quali la libertà, la democrazia (per non dire dell?arte, della letteratura e persino dell?architettura delle nostre città ) sarebbero incomprensibili se si cancellasse il fatto cristiano. Il punto è che una costruzione politica deve partire dalla realtà altrimenti è inevitabile il rischio di un?azione politica basata esclusivamente sull?ideologia e sul potere. Purtroppo la strada intrapresa dalla costituente europea, e tradotta negli articoli della costituzione già noti, porta ad una concezione statalista per cui i diritti dei cittadini sono di fatto una concessione da parte del potere. Bisogna essere chiari: se si esclude il fatto religioso, il rispetto della dignità umana diventa un concetto relativo, definito dal potere del momento. Ma non è importante solo il riconoscimento esplicito delle radici religiose d?Europa, né basta garantire la libertà religiosa sia individuale, sia sociale (cioè con il riconoscimento giuridico delle Chiese e delle confessioni religiose). E? anche necessario che vengano riconosciuti e definiti come valori fondanti dell?Europa quelli che dall?esperienza cristiana discendono e che sono alla base delle nostre società: il diritto alla vita, la famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna, la solidarietà, la sussidiarietà, la lotta alla povertà, la giustizia sociale. Da questo punto di vista ciò che la convenzione di Giscard d?Estaing ha saputo tirare fuori è deludente e decisamente preoccupante


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA