Volontariato

La Sestini e Bonanni (Cisl) a Senigallia

Al convegno del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), il Sottosegretario al welfare e il numero due della Cisl parlano di Europa, lavoro e responsabilità sociale

di Paolo Manzo

?E? vero che l?Europa non può definirsi un continente cristiano, ma è anche vero che non può dimenticarsi di essere umana, e di essere nata da un certo tipo di umanità, quella di tradizione cristiana e socialista.? lo ha detto il Sottosegretario al lavoro Grazia Sestini, intervenendo oggi alla seconda giornata del convegno sul progetto europeo dei cristiani, organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori a Senigallia. Il sottosegretario vede nella fitta rete di strutture ospedaliere, universitarie e di sostegno ai meno fortunati, create in Europa su impulso dei ?grandi padri della carità, un modello sociale europeo da difendere e non dimenticare. Anche la difesa delle radici cristiane nel futuro testo costituzionale europeo deve essere inteso come il riconoscimento di un dato attuale, un modo di essere e di agire nel presente e non solo il ricordo di un?origine lontana?. Affrontando il tema della responsabilità sociale delle imprese la Sestini ha sottolineato che ?l?impresa, come ente che dà lavoro a cittadini e famiglie, ha già in se? una propria configurazione sociale, che è un valore da riconoscere semplicemente, e che non ha bisogno di certificazioni?. ?Ora occorre fare un salto di qualità, passando dalla beneficenza alla possibilità che questo senso della solidarietà entri a far parte di un sistema. Questo è quanto stiamo cercando di fare ? ha concluso ? introducendo in finanziaria, per esempio, in favore sia delle persone che delle imprese una delega fiscale per la deducibilità dei progetti di solidarietà?. Il numero due della Cisl, Raffaele Bonanni, ha affermato che ?le nostre democrazie europee sono sempre più deboli perché i potentati economici e finanziari le stanno svilendo riportandole indietro di quasi cento anni, e qualsiasi grande aggregazione economica o finanziaria è oggi più potente di qualunque Stato?. ?Le liberalizzazioni in Italia sono state una grande occasione mancata, che alle aziende non è servita a diventare nè più ricche né più grandi e neppure ad abbassare i costi dei prodotti. Anzi, ora proprio quelle stesse aziende stanno creando inflazione?. ?Insisteremo per darci un modello forte di partecipazione dei lavoratori al rischio di impresa e alle scelte aziendali. I lavoratori non possono continuare a battersi solo per rivendicare salari più alti, anche se la cosa è senz?altro giusta. Il mondo dei lavoratori deve avere il coraggio di darsi un nuovo inizio, così come fece il secolo scorso?.


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