Sostenibilità

Onorevole, sia equo

Una mozione bipartisan ha portato i prodotti del commercio equosolidale al mitico bar della Camera.

di Ettore Colombo

I biscotti al miele sono lì in bella evidenza, sul bancone, vicino alla cassa. Solo che non li compera nessuno (o quasi). Il tè, non ne parliamo nemmeno (“Sarà la stagione?”, spiegano gentili i commessi). Con lo zucchero va molto meglio, anche perché è lì, di facile presa, accanto ai bricchi del latte. Il vero successone è stato il caffè, “che è andato esaurito”, resoconta con puntualità l?ufficio stampa della Camera, “anche perché è stato distribuito nelle commissioni”.
A distanza di pochi mesi dalla sua introduzione si può trarre un primo bilancio della scelta della Camera dei deputati che, su decisione dei quattro questori di Montecitorio e dietro preciso input del presidente Pierferdinando Casini, ha stanziato una prima tranche di 500 euro a favore dei prodotti del commercio equo e solidale, che ora fanno bella mostra di sé alla famosa buvette.
Tutto nasce dalla bella iniziativa di un gruppo trasversale di una quarantina di deputati che, capitanati da Ermete Realacci (Margherita), Giovanni Kessler (Ds) ed Emanuele Falsitta (Forza Italia), avevano formalizzato la precisa richiesta d?acquisto di prodotti alimentari equi e solidali. “È ora”, scrivevano, “che anche il parlamento si renda conto che le 350 Botteghe del mondo sono una realtà rilevante e consolidata”. A maggio, dopo un analogo voto del Senato a febbraio, la Camera ha votato una serie di impegni che vincolano il governo “a sostenere il commercio equo e solidale”, sia attraverso l?introduzione di incentivi fiscali sia, appunto, indirizzando gli acquisti delle amministrazioni centrali su prodotti del commercio equo.
Nella prossima Finanziaria, in realtà, dell?impegno sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari non c?è traccia, ma i diessini Mimmo Lucà e Valerio Calzolaio si sono impegnati a chiedere al governo ?atti coerenti?. Per ora c?è la decisione di dotare i punti ristoro della Camera dei prodotti in questione. “Molti colleghi neanche ne conoscono l?esistenza”, racconta Kessler, “ma c?è una buona dose di curiosità tra loro”.
“La nostra richiesta è stata accolta con rapidità ed efficienza”, spiega Realacci, mente dell?iniziativa, “il problema sono i colleghi, a volte un po? disattenti. Lo zucchero lo trovano sui banchi, il caffè lo distribuiscono in commissione e dunque lo bevono con piacere, ma gli altri prodotti fanno fatica a imporsi”. Come mai, secondo lei? “Purtroppo si tratta ancora di una scelta di tipo morale, come fu all?inizio per i prodotti dell?agricoltura biologica. Per il commercio equo e solidale bisogna sviluppare lo stesso tipo di percorso, puntando tutto sulla qualità, che deve migliorare. Ecco perché”, dice, “chiedo proprio a Vita di farsi promotore, con noi deputati sottoscrittori della mozione, di una iniziativa che sappia presentare ai colleghi di Montecitorio questi prodotti. Bisogna solo capire come far entrare un po? di estranei carichi di cibi e bevande ?terzomondiste?. Metteremo un po? a rumore la paludata Camera, ma si tratta di una buona causa?”.

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