Il piano di aggiustamento visto da sotto

«Chi ha vissuto sulla sua pelle gli effetti dei piani di aggiustamento strutturale ha il diritto di dire una parola sulle scelte che vengono compiute nelle alte sfere. E chi decide per un popolo, sia a livello internazionale che nazionale, non può ignorare questa voce». Kalungu Joseph Sampa è il coordinatore di uno dei progetti più interessanti della società civile in Zambia. Tutto è iniziato nel 1994 quando Cafod, l?agenzia di sviluppo di Caritas internationalis ha deciso di sponsorizzare in Zambia Sap monitoring project, un progetto per monitorare gli effetti sulla popolazione dei piani di aggiustamento strutturale (Sap), le riforme economiche imposte al Paese da Banca mondiale e Fondo monetario internazionale che lo Zambia ha iniziato a seguire più scrupolosamente dal ?92. «Già nel 1994 c?erano chiare indicazioni degli impatti negativi del programma di riforme sulla popolazione», spiega Joseph Sampa. «L?improvvisa rimozione dei sussidi all?agricoltura, alla sanità e all?istruzione e i licenziamenti che hanno accompagnato le privatizzazioni significarono un enorme numero di persone senza lavoro». Il progetto è stato coordinato dalla Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale zambiana, ma è frutto dell?azione congiunta di diverse ong, di associazioni di donne, di istituzioni accademiche, di realtà ecclesiali, della campagna zambiana per la cancellazione del debito estero. «Si tratta di una vera e propria azione di monitoraggio da parte della società civile nei confronti del Governo e delle istituzioni economiche internazionali», spiega Sampa. «Lo scopo è quello di valutare le decisioni economiche del governo a partire dalla situazione in cui vive la popolazione. Lo facciamo attraverso studi e ricerche, ma soprattutto raccogliendo informazioni e dati sulla capacità di spesa delle famiglie zambiane e sull?accessibilità ai servizi di base. Info:Economic justice unit (sap monitoring project) www.ccjp.org.zm e-mail:zecsap @zamnet.zm