Cultura

Un piacere eterno il rock dei Pleasure Forever

Recensione del cd "Alter" dei Pleasure Forever.

di Enrico Barbieri

Croci, ceri e candele, teschi e petali di rosa: i Pleasure Forever si presentano con tutta quell?accozzaglia di suppellettili, ninnoli e simboli con cui ama adornarsi il dark più ritrito. Di primo acchito verrebbe da non prenderli sul serio. Poi però parte la musica e quell?effetto da horror di seconda categoria subito si dilegua. Non che davvero ci si lasci incantare dagli angeli cadenti, le fiamme e le atmosfere cimiteriali che affollano le canzoni: si capisce piuttosto che il trio americano chiede solo di stare al gioco ed entrare in questa grande messa in scena teatrale con occhio ingenuo, pronti a stupirsi. E qui comincia a brillare la preziosa sostanza musicale del secondo album del gruppo. Alter è un disco sensuale ed emozionante, che in realtà poco concede ai cliché del genere. Dall?attacco poderoso di White Mare fino alla sofisticata Gideon & Goliath, i Pleasure Forever si mostrano musicisti di rara eleganza, che sanno immaginare tumultuose e ondeggianti ballate ma anche scherzi sonori agili e leggeri. Frequenti i cambi di registro, anche all?interno di una stessa traccia: c?è l?anima più noir del rock e il glam del miglior Bowie. La varietà è la maggior dote del disco, ma in ogni luogo di questa grande architettura gotica risuona una musica raffinata e morbida, che non perde d?intensità e mai appare ridicola, nonostante l?improbabile scenografia e qualche delirio da bevitori d?assenzio.


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