Formazione
Benvenuta la tv del pescecane
Televisione. Parla Gad Lerner. Torna con lInfedele sulla Sette, trasmissione sorpresa della scorsa stagione. E di Murdoch dice: "Almeno pensa solo al mercato".
Riparte, orgoglioso e contento di essere fuori dalla mischia, che definisce “vergognosa” dell?informazione televisiva italiana. Non ha il complesso dei grandi numeri. Sa che ad attenderlo c?è un pubblico fedelissimo che, non ci fosse L?infedele, probabilmente non accenderebbe neppure la tv. In particolare il sabato sera. Gad Lerner, 48 anni, un passato con tanta tv che ha lasciato il segno (Milano, Italia e Pinocchio in particolare), s?appresta, per la seconda stagione in casa della Sette-Telecom, a condurre una trasmissione nata e condotta senza affanni. Sarà sugli schermi dal 20 settembre. “L?avevo proposta a RaiDue, doveva chiamarsi L?analfabeta. Poi non se ne è fatto nulla perché l?attenzione esasperata agli ascolti e la fifa blu che andassi a toccare qualche potente hanno indotto la dirigenza a mettere il progetto nel cassetto”.
Sotto sotto Gad Lerner è contento che sia andata così. RaiDue è rimasta con i suoi problemi irrisolti di audience, mentre lui ha potuto ricavare quel piccolo spazio libero per poter varare un?idea nuova.
Vita: Una tv anti televisiva?
Gad Lerner: In un certo senso è così. Prendiamo un pubblico che non saprebbe su quale canale fermarsi. E c?impegniamo a portare in tv ospiti che altrove non vengono invitati o che in altre trasmissioni neppure andrebbero, perché non avrebbero lo spazio per esporre e discutere tranquillamente le loro idee. Cerchiamo come ospiti gente che sia fuori da tutti i salotti. Per questo abbiamo coniato uno slogan che è poco ?televisivo? ma molto efficace: Appassionante come un buon libro.
Vita: Saranno contenti gli editori, quelli di carta intendo?
Lerner: In effetti siamo molto sotto pressione. In tanti vorrebbero che portassimo i loro libri in trasmissione perché poi le conseguenze sulle vendite sono immediate. Ma meglio queste pressioni di altre.
Vita: A proposito di nicchie, quest?anno con l?offerta infinita di Sky il panorama televisivo italiano muterà. Ognuno può trovare il suo canale preferito. Temi la concorrenza?
Lerner: Non ho di questi problemi. Sky più che altro è salutare perché se è vero che Murdoch viene definito un pescecane, almeno riporterà al centro la questione dei profitti. Ci sarà più concorrenza. E più concorrenza apre più spazi di mercato. Si sbraneranno per conquistare nuove quote di ascolto e di pubblicità. Ed è meglio una tv che obbedisce a logiche di mercato di una tv con ambizioni pedagogiche. Quanto al linguaggio, non mi faccio illusioni. Non credo proprio che dalla pay tv verranno fuori cose nuove.
Vita: C?è chi si sbrana e c?è chi sogna. La sinistra quest?estate s?è rifatta sotto con l?idea di una tv ?buona?. Che ne pensi?
Lerner: Che sarebbe meglio che i partiti di sinistra pensassero a come raccogliere voti. Le tv non sono i partiti a farle. E comunque l?idea di un tv di sinistra mi fa orrore come l?idea di una tv di destra.
Vita: Hai un pubblico diverso. Vuol dire che toccherai temi diversi?
Lerner: Non necessariamente. Parleremo della condizione degli anziani. Ma ho in mente anche una trasmissione sulla crisi delle ong. Ho letto il libro appena tradotto in italiano di David Rieff sul paradosso umanitario e l?ho trovato molto interessante. Sfata tanti luoghi comuni sulla funzione dell?umanitarismo, che è diventato quasi un sostituto delle fedi religiose. Mi è sembrato interessante perché è una critica senza astio, ma fatta dall?interno.
Vita: A proposito, che impressione hai del momento del Terzo settore in Italia?
Lerner: Mi ha colpito l?analisi fatta dalla Caritas sull?invecchiamento progressivo dei volontari. Ci sono ragioni certamente materiali, ma credo che sia anche l?esito del logoramento della società dei buoni. è una retorica che si sta dissolvendo. Penso che il Terzo settore sia in ritardo nel registrare le nuove inquietudini degli italiani. Che continui a posizionarsi tra un?opzione politica e un?opzione che sa ancora di beneficenza. Per storia personale e per simpatia umana faccio mia la posizione di don Luigi Ciotti: non c?è carità senza giustizia; il che significa che ogni azione di volontariato deve porsi il problema delle radici del male e cercare di affrontarlo.
Vita: La domanda è truce ma la faccio. A chi avresti dato il Telegatto lo scorso anno?
Lerner: Perdona il peccato d?orgoglio, ma mi vanto di non averlo mai preso in vita mia. Per cui se lo assegnassi non potrei ritenerlo un merito. Se il premio si chiamasse in altro modo, lo avrei dato a Giuliano Ferrara. So che è scontato, visto che è un collega di rete. Ma fa una trasmissione viva, anche se spesso mi fa arrabbiare.
Vita: Nostalgia di grande tv?
Lerner: No. Più che altro mi ha colpito quest?estate il duello tra Bbc e governo inglese. Te li immagini dei dirigenti che abbiano l?autonomia professionale per fare un?inchiesta sul capo del governo? Pensa se fosse possibile una cosa così anche in Italia…
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