Welfare

Oltre 250mila firme raccolte. Vi auguriamo buona domenica

L’iniziativa del Movimento Cristano lavoratori ha raccolto un consenso al di là delle attese. Per difendere il diritto alla festa. A Senigallia il Seminario dell'associazione.

di Paolo Manzo

La domenica è festa è lo slogan che il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) ha scelto per sensibilizzare opinione pubblica e parlamento su un tema solo all?apparenza ?frivolo?, ma che, in realtà, è quanto mai serio. Un tempo, infatti, la domenica era sinonimo di festa. Oggi, invece, nel giorno di riposo per antonomasia, non ?lavorano? solo calciatori e parroci, ma, inseguendo una globalizzazione sempre meno incentrata su valori umani, centri commerciali, ipermercati e negozi pullulano di clienti e impiegati. Già, perché ormai la domenica è il giorno per eccellenza dello shopping con pargoli al seguito, soprattutto quando, passata l?estate, in città come Milano lo ?svago? è andare a fare un giro all?Ikea (con annesso ristorante svedese), o al Trony, o al chissà-dove-l?importante-è-esserci. Tutti in processione per osservare le vetrine, estasiati e a volte un po? invidiosi. Perché si tratta di una ?fede? che soddisfa solo chi, avendo pecunia, compra e , automaticamente, accede al ?paradiso? dei consumi. Per gli altri non resta che l?inferno dell?intenzione d?acquisto, accompagnata spesso da litigate con il partner che, pur non dicendolo, pensa tra sé: “perché diavolo ho sposato questa/o fallita/o?” È per questo che Carlo Costalli, il vulcanico presidente del Mcl, ha molto a cuore La domenica è festa, la campagna che ha già superato quota 250mila adesioni, e che è rilanciata a Senigallia dal seminario di formazione e studi che il Mcl organizza nella cittadina marchigiana, da 15 anni. “Alla gente interessa molto la nostra campagna”, spiega Costalli. “Al Meeting di Rimini abbiamo raccolto decine di migliaia di firme, e ciò significa che il lavoro domenicale pesa molto sulle persone comuni, sulle famiglie. E non solo dal punto di vista religioso, ma anche e soprattutto per le implicazioni sociali che comporta il lavorare la domenica”. La raccolta di firme chiuderà il 31 ottobre, con l?obiettivo di arrivare a 350mila adesioni. Poi, l?ultimo giorno della Conferenza nazionale di Mcl, il 29 novembre prossimo, le firme verranno consegnate al presidente della Camera, Pierferdinando Casini, nell?Auditorium di Santa Cecilia a Roma. Oltre alla raccolta firme, l?obiettivo di Costalli è, infatti, arrivare presto a una legge in Parlamento che limiti il lavoro domenicale. Del resto le adesioni eccellenti alla campagna del Movimento cristiano lavoratori sono fortemente trasversali, avendo superato schemi ideologici e appartenenze politiche. “Una folta schiera di amministratori locali, tanti sindaci che vanno dal centrodestra al centrosinistra, un numero elevato di imprenditori e sindacalisti hanno aderito”, spiega Costalli. “Soprattutto a livello locale”. Forse perché, a livello nazionale, gli interessi economici per lavorare la domenica sono tanti e trasversali, soprattutto a livello sindacale? Mcl, tre giorni sull?Europa Al seminario di formazione e studi di Senigallia, Mcl discute tanto di welfare,in un momento in cui tutti ne parlano ?al ribasso?. Per tagliare, risanare, ridurre? Mcl, invece, ne parla ?al rialzo? con la senatrice Sestini, che del ministero del Welfare è sottosegretaria, e con Michele Tiraboschi, direttore del Centro studi ?Marco Biagi? sul diritto del lavoro. I motivi di tanto interesse li spiega il presidente Costalli: “A livello europeo abbiamo un obiettivo stimolante: creare una rete transnazionale composta da organizzazioni di lavoratori cattolici, per dare vita a una società civile europea. In Italia, invece, vogliamo rilanciare un processo riformista che coinvolga organizzazioni, operatori sociali e uomini di cultura. A Senigallia ci sono molte persone di cultura, con l?ambizione di creare un grande progetto riformista. Affinché si superi la logica dell?antagonismo e le si contrapponga quella della competitività e dell?inclusione sociale”. E la riforma delle pensioni? Anche qui Costalli ha idee chiare: “Io sono un riformista e, se non si dovesse intervenire per riequilibrare il sistema attuale, il pericolo è che si scateni una guerra intergenerazionale. Certo, è importante difendere i diritti acquisiti, ma la difesa non deve andare a detrimento dei giovani”. Attenzione a non difendere un mondo del lavoro che non c?è più, quindi? “Proprio così “, conclude Costalli, “anche perché i contratti a tempo indeterminato, per chi entra oggi sul mercato del lavoro, sono una chimera. O sbaglio?”.


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