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Se il movimento non si muove. Protagonismi in vetrina

Era stato annunciato come l’inizio dell’autunno caldo del movimento no global. E invece hanno prevalso le performance più eclatanti e le censure ideologiche.

di Riccardo Bagnato

Doveva essere la Cancun italiana, un appuntamento importante per coloro che non potevano partecipare al Summit del Wto. Il Forum alternativo L?Europa che vogliamo doveva riprendere e rilanciare, in un momento particolarmente delicato, le proprie ragioni, e così inaugurare “l?autunno caldo del movimento”, come recitavano i comunicati stampa. Di caldo, però, c?è stato solo il sole. Che si è specchiato sul lago di Garda dal 4 al 6 settembre scorso, e che ha accompagnato non più di 2mila persone nei primi giorni del contro-vertice, organizzato in contrapposizione alla riunione informale dei ministri degli Esteri dell?Unione europea a Riva del Garda. Delle otto conferenze, solo quella dedicata all?Europa di fronte alle trattative Gats (Accordo generale sul commercio dei beni e servizi), e quella sull?acqua, hanno visto la partecipazione di un centinaio di persone. Alle altre conferenze, sulla precarietà del mercato del lavoro, la sovranità alimentare, i diritti dei migranti, le ?nuove guerre?, la politica liberista e le sue ricadute sociali, e non ultima, la conferenza dedicata alla discussione sulla Costituzione europea, hanno partecipato di volta in volta non più di 30-40 persone. Più seguiti invece i workshop del pomeriggio. Complice il periodo dell?anno, gli spazi in cui le iniziative si sono svolte (20mila mq per 2mila persone), la concomitanza con altri appuntamenti in giro per l?Italia (a Viterbo l?incontro informale dei ministri delle Telecomunicazioni dal 3 al 5; a Orvieto il Meeting delle Acli; ?Loro a Cernobbio, noi a Bagnoli?; il VII meeting nazionale di Indymedia Italia a Roma, questi ultimi tutti dal 5 al 7 settembre); comunque sia, il Forum di Riva del Garda ha dato l?impressione di un autunno del movimento, in cui il calore si risvegliava, non tanto per i numeri e i ragionamenti, quanto in occasione delle performance più eclatanti (blocchi stradali dei Disubbidienti, bengala, battibecchi su chi deve parlare e chi no). Sì a Riva del Garda è capitato anche che a qualcuno sia stato impedito di parlare “per motivi ideologici” (sic). Sabato, per la cronaca,durante il corteo altre migliaia di partecipanti hanno raggiunto Riva del Garda, secondo gli organizzatori per un totale di 19mila partecipanti. Più protagonismi che persone Prima fu Genova, e prima ancora Seattle, Goteborg, Napoli; in seguito fu Porto Alegre, I e II, il Forum sociale europeo a Firenze, e poi la marcia dei 3 milioni a Roma contro la guerra. Come si inserisca Riva del Garda in questo elenco è difficile a dirsi. è certo che “per crescere come movimento, non possiamo continuare a generare a catena appuntamenti in contrapposizione con quelli istituzionali”, dice Piergiorgio Ceresa del Tavolo ?Per un?Europa sociale, Riva 2003?, “per quanto Riva sia stato un grande successo per le realtà locali, non possiamo continuare a tollerare le azioni violente di chi è in cerca di un proprio protagonismo mediatico”. Del resto, se la Costituzione europea doveva essere l?argomento centrale di questo Forum (cui era stata dedicata la conferenza stampa d?apertura, per cui era stata lanciata l?ipotesi di un referendum europeo), le aspettative sono state disattese. Quella dedicata alla Costituzione europea, unica vera novità a Riva del Garda, è stata forse la conferenza più trascurata: una trentina i partecipanti, relatori compresi, i quali giungevano sul palco una volta concluso il proprio intervento in altre conferenze parallele per riflettere a voce alta chi per 20 chi per 40 minuti. Al prossimo raduno Miope ingegneria istituzionale, sostanziale bocciatura del testo licenziato, un testo provvisorio che va cambiato. Per bocca di Titti di Salvo (Segreteria confederale Cgil) “questo testo non è, e non può essere, definitivo”. Un testo “senza luogo e senza tempo”, ha aggiunto Gianni Mattioli, deputato verde. “Non c?è in questa Carta”, ribadisce, “il senso drammatico di quanto sta accadendo oggigiorno. Non tiene in considerazione né il tempo storico in cui viviamo, né tanto meno il soggetto di cui, viceversa, vorrebbe essere l?atto costitutivo”. Ma alla fine tutto è stato rimandato al 3-4 ottobre prossimo, per la manifestazione indetta dalla Confederazione europea dei sindacati, in contemporanea alla Conferenza intergovernativa (Cig) che ha il compito di dar vita al nuovo Trattato costituzionale europeo. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi.


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