Volontariato

Wto: muore suicida un attivista sudcoreano

Lee Kyang Hae lascia due figli e una madre, era vedovo. Nella notte di ieri si è conficcato volontariamente una lama nel cuore

di Stefano Arduini

E’ morto dopo oltre due ore di agonia, all’Hospital General dr. Jesus Kumate Rodriguez di Cancun, alle 15.15 del 10 settembre (le 22.15 in Italia), sotto i ferri di un medico messicano, il dottor Jose’ Manuel Sanchez Flores, primario dell’ospedale caraibico, che ha tentato invano di strapparlo alla morte. Aveva 56 anni, si chiamava Lee Kyang Hae e veniva dalla provincia di Chonla Bukto, Corea del Sud. Lascia due figli e una madre, era vedovo. Laureato in Agraria, ex presidente della Associazione dei contadini e dei pescatori sudcoreana e gia’ deputato al parlamentino della sua provincia, intorno all’una di ieri si e’ dato la morte davanti alla cancellata eretta per proteggere i lavori della quinta Conferenza ministeriale della Wto. Non erano ancora iniziati gli scontri e pochissimi se ne sono accorti, anche perche’ non perdeva molto sangue. Correva voce che si fosse ferito accidentalmente. Invece, si e’ conficcato volontariamente una lama nel cuore, per quattro centimetri, per far arrivare al mondo la protesta dei 3 milioni e mezzo di contadini sudcoreani danneggiati dalle politiche neoliberiste, quei contadini cui aveva dedicato la vita. Per difenderli, aveva lasciato la sua fattoria (allevava vacche) e aveva intrapreso la carriera politica, nelle file del New Millennium Democratic Party, movimento di centrosinistra. I suoi compagni, visibilmente commossi, hanno subito precisato che Lee non era un depresso o un pazzo, ma un dirigente politico ”carismatico” e consapevole, che ha scelto di togliersi la vita per protestare contro la Wto. Gia’ a Ginevra Lee aveva fatto un lungo sciopero della fame, per protestare contro le politiche dell’Omc. ”La sua morte non e’ un evento accidentale”, hanno ripetuto in tutti i modi i suoi compagni. Il referto medico parla di una ”ferita penetrante al torace, a livello dell’emitorace sinistro, che ha provocato un emopneumotorace, con sanguinamento massivo. Il ferito e’ arrivato in stato di choc a causa del sanguinamento. Si e’ riscontrata una ferita profonda 4 centimetri nel cuore, al ventricolo sinistro, da arma bianca non reperita ne’ identificata”. ”La morte di Lee -ha detto Sun Nang Su, attuale presidente della Confederazione Contadina sudcoreana- riflette pienamente la nostra lotta contro la Wto e contro le multinazionali, che distruggono l’economia coreana e la sovranita’ dei popoli. La sua morte non e’ un incidente, ma l’effetto della disperazione di 3 milioni e mezzo di contadini coreani”. Il dirigente ha poi chiesto con forza che la Wto interrompa i lavori della Conferenza, in segno di rispetto, e che non vengano approvati i protocolli sull’agricoltura propugnati da Usa e Ue. ”Se non lo faranno -ha aggiunto- continueremo la nostra lotta contro la Wto e contro il nostro governo. Tre milioni e mezzo di contadini mostreranno il loro potere”. Alla richiesta si e’ associato anche il portavoce mondiale di Via Campesina, l’honduregno Rafael Alegria. Il suicidio di Lee e’ stato cercato e voluto, hanno spiegato i suoi compagni, perche’ ”la Wto sta uccidendo contadini in tutto il mondo”, strangolando i piccoli produttori, che non possono competere con le derrate che Usa e Ue vendono a prezzi stracciati, grazie ai sussidi pubblici. Il suicidio, e’ stato spiegato, non fa parte della tradizione coreana – l’harakiri e’ giapponese – ma il gesto di Lee andrebbe inteso come un segno di estremo disprezzo verso i dirigenti della Wto. I compagni di Via Campesina hanno salutato Lee gridando ”todos somos Lee”. Al calar della sera, sulla strada fuori dall’ospedale, i suoi compagni si sono seduti per terra. Hanno acceso delle candele e, elevando canti tradizionali, hanno fatto una lunga veglia funebre, in onore del loro compagno.


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