Famiglia

Orvieto: si è aperto il convegno Acli

Per l'associazione sono 4 le sfide alla classe politica.

di Redazione

L’ applauso piu’ lungo, gli oltre 500 aclisti riuniti da stamani ad Orvieto per una ”tre giorni” di riflessione su vari temi, lo hanno riservato al cardinale Ersilio Tonini, quando ha concluso il proprio intervento invitando ”tutti, politici compresi, a non rovinare il futuro di chi ancora non e’ nato”. Ma applausi sono andati anche al presidente delle Acli, Luigi Bobba, quando ha detto, parlando del premier italiano, che ”sarebbe meglio tenesse a freno la lingua, essendo anche presidente dell’ Unione europea”, ed al presidente della Camera, Pierferdinando Casini, per il suo richiamo ad una politica basata sui valori. Proprio a Casini, il presidente delle Acli (800 mila soci in Italia, 6.500 strutture sul territorio) ha chiesto di non smettere di difendere la centralita’ del Parlamento e di richiamare, come sta facendo sempre piu’ spesso negli ultimi tempi, le parti politiche ad un confronto meno aspro e meno autolesionisico. ”Le istituzioni sono un bene comune – ha detto Bobba – e non possono essere privatizzate” (e qui e’ scattato un altro applauso). La sollecitazione principale di Bobba al presidente della Camera dei deputati e’ stata pero’ quella di farsi portavoce presso la classe politica ”della necessita’ di intercettare le domande e le esigenze della gente sui temi piu’ importanti della societa’ e delle sfide globali”. Proprio a quattro ”sfide” (commentate stamani da Massimo Cacciari e Giuseppe De Rita) sono dedicati i numerosi dibattiti che, da oggi a domenica, animeranno il convegno nazionale aclista. La prima e’ quella mediatica, con le Acli che esprimono preoccupazione per la situazione italiana e non solo, criticando anche la legge Gasparri. Della seconda sfida, quella della bioetica, hanno discusso stamani proprio monsignor Tonini, il presidente Casini ed altri. Risorse e dialogo Occidente-Islam gli altri due temi di approfondimento. Tutti argomenti, questi, sui quali Bobba ha segnalato ”una domanda di politica disoccupata, di quei molti che non si riconoscono negli attuali schieramenti o partiti”. Pero’ la risposta ”non sono i girotondi indignati o le prese di posizione del portavoce di Berlusconi” secondo De Rita, convinto che ”il vero rischio stia nel fatto che la gente non vuole piu’ rischiare”. Casini non si e’ sottratto alle sollecitazioni e, partendo dai temi della bioetica ma con evidente richiamo ad un’ esigenza piu’ generale, ha sottolineato che ”una classe dirigente che voglia veramente essere tale deve riuscire a dare un respiro ampio alle proprie scelte, in modo che quelle scelte siano in grado di reggere al trascorrere del tempo e non si disperdano nelle circostanze occasionali del dibattito politico”.


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