Welfare
La televisione vista da dentro: una finestra irreale sulla realtà
Rimanendo all'interno di un carcere gli orizzonti inevitabilmente si restringono. Una testimonianza tratta dalla rivista della Casa Circondariale di Rimini.
Il calo della vista è una delle ?pene accessorie? che ogni condannato si porta dietro. Succede inevitabilmente che a stare in carcere gli orizzonti si restringono, lo sguardo non può spaziare di molto oltre le sbarre, gli occhi sono costretti a una grigia uniformità. Ecco, in questo caso ad aiutarti è proprio la televisione, e lo dice bene una testimonianza, pubblicata sulla rivista della Casa Circondariale di Rimini, ?Noi?.
Ornella Favero (ornif@iol.it)
La televisione in carcere tiene compagnia, informa, dà immagini dall’esterno, risveglia i ricordi. Quindi, il detenuto che ogni giorno vede e parla sempre con le stesse persone, non può farne a meno (?) Ci sono celle dove ogni persona ha i suoi programmi preferiti e spesso succede che nascano delle discussioni che portano alla lite: per alcuni è così importante da rischiare anche un rapporto, con la conseguente perdita dei benefici. Ci sono tantissime cose da dire sulla tv in carcere: ad esempio, che ti porta in posti dove non sei mai stato, oppure fa assistere a concerti ai quali non possiamo andare; ma non sempre quello che si vede è la realtà. Un esempio lo abbiamo avuto da un nostro compagno che è andato in permesso dopo diversi anni. Quando è rientrato gli abbiamo chiesto come è andata fuori e come è la vita, lui ci ha detto che a forza di vedere tutte quelle belle donne mostrate dalla tv, quelle che vedeva fuori erano tutte dei bidoni.
La televisione, però, è l’unico modo che abbiamo per mantenere un contatto con l?esterno; fai i colloqui, telefoni, ma sei sempre circondato da questi muri e la tua visuale è limitata. Quindi, guardando la tv, puoi vedere altra gente, la vita all’esterno, altri posti, può anche accadere che la tv mostri immagini di luoghi che conosci, come nel mio caso: quando trovo dei programmi che ritraggono luoghi familiari, osservo attentamente i cambiamenti del posto, se noto persone che conosco, e questo mi fa pensare a quando ero fuori ed è bello rivedere i posti in cui sei stato, ma nello stesso tempo anche triste perché non ci posso andare e questo mi porta a pensare che forse noi detenuti siamo anche un po’ masochisti. Perché guardando la televisione e pensando alla situazione in cui ci troviamo, ci facciamo solo del male? ma cosa ci possiamo fare?
Ci tiene compagnia perché parla tanto e non si stanca mai, ci racconta tanti fatti nuovi senza che noi dobbiamo stare troppo attenti a quello che dice, perché durante il giorno lo ripete tante altre volte, e questo non ci affatica, perché vedere ed ascoltare non è faticoso e distrae dai pensieri. Qualcuno potrebbe dire che ci si può distrarre anche con la lettura di un buon libro ed è vero, ma un libro richiede attenzione, impegno, concentrazione e non sempre abbiamo la testa libera dai pensieri.
Giovanni – Casa Circondariale di Rimini
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.