Mondo

Iraq: Pentagono comunica il numero dei soldati feriti

Sono in tutto 3.141, più dalla fine della guerra che duranti il conflitto vero e proprio

di Gabriella Meroni

Sono 3.141 in tutto i militari americani feriti nella campagna ‘Liberta’ per l’Iraq: lo comunica il Pentagono, dopo accenni di polemiche per la carenza di dati in merito. Secondo le fonti, 1.550 militari americani sono stati feriti dall’inizio del conflitto, il 20 marzo, al 30 aprile (al ritmo di quasi 14 al giorno); 1.591, invece, sono stati feriti dopo il primo maggio, cioé dopo che il presidente George W. Bush proclamò la fine delle ostilità (al ritmo di meno di cinque al giorno). I numeri si riferiscono ai feriti di ogni genere: vittime di scontri a fuoco col nemico, ma anche di fuoco amico e d’incidenti. Non è chiaro quale sia stato il criterio adottato per considerare un militare ferito. Confrontando la cifra dei feriti con quella dei caduti in questo conflitto, 286, il rapporto appare alto: quasi 11 feriti per ogni morto. Il Washington Post, nell’edizione di lunedì, si poneva il problema, sulla base di propri dati, traendone la conclusione che i progressi della medicina, la rapidità dei soccorsi e la qualità delle protezioni sono tutti fattori che hanno contribuito a questo risultato. Parlando alla base aerea di MacDill, a Tampa, in Florida,sede del Comando Centrale degli Stati Uniti, il segretario alla difesa americano Donald Rumsfeld ha detto, lunedì, che la guerra contro il terrorismo è rischiosa, ma che gli Usa non hanno alternativa alla vittoria: “Dobbiamo condurla all’offensiva -ha detto Rumsfeld-, se vogliamo non trovarci a combatterla sul nostro territorio”. Rumsfeld partecipava alla cerimonia del cambio di comando delle Special Operations, che hanno un ruolo essenziale in Afghanistan e in Iraq. Il nuovo comandante, generale Brian Doug Brown, s’é impegnato a essere “aggressivo, determinato e costante”.


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