Mondo

Africa: Oms, sempre più malati sempre meno cure

In africa su 4,5 milioni di persone che avrebbero bisogno urgente di una terapia antiretrovirale, vi accedono solo in 50mila

di Paul Ricard

Epidemie come l’Aids che crescono o non si ridimensionano, accesso irrisorio alle cure, fondi per la sanità minimi, ospedali in degrado: questo il deprimente quadro che l’Organizzazione mondiale della sanità fa della salute in Africa nel 2002. “L’epidemia di Aids continua a propagarsi a un ritmo implacabile nella regione sub-sahariana” secondo il rapporto Oms reso noto alla riunione regionale dell’Organizzazione aperta ieri a johannesburg. La regione conta 29,4 dei 42 milioni di persone infettate dal virus dell’Hiv nel mondo. Su 4,5 milioni di persone che avrebbero bisogno urgente di una terapia antiretrovirale, vi accedono solo in 50mila. La percentuale dell’accesso volontario alla diagnosi è del 6% attraverso il continente africano, l’accesso ai servizi di prevenzione della trasmissione madre-figlio è dell’uno per cento. E non c’é solo l’Aids: c’é, ad esempio, la tubercolosi. La situazione degli ospedali peggiora, mancano risorse umane, finanziamenti, pianificazione dello sviluppo delle infrastrutture sanitarie, denuncia tra l’altro il documento che punta l’indice anche contro le persone agiate dei paesi africani, che vanno a curarsi all’estero. A seconda delle zone, il numero dei letti disponibili varia dallo 0,9 al 2,9 per mille abitanti. La disponibilità del personale sanitario varia da un minimo di 4 a un massimo di 56 operatori per 100.000 abitanti attraverso l’Africa. Nel 2000, quattro paesi attribuiscono meno del 5% del loro bilancio alla sanità, 23 paesi tra il 5 e il 10%, quindici paesi tra il 10 e il 15, due più del 15. La maggior parte degli stati africani devono prendere misure per onorare l’impegno assunto nel 2000 ad Abuja di devolvere il 15 per cento alla sanità, ricorda l’Oms. Ma anche se questo obiettivo avrà ancora bisogno di risorse esterne, scrive l’Oms, il gioco vale la candela: “la cattiva salute contribuisce fortemente alla povertà e alla debole crescita economica. E viceversa”, sottolinea l’Organizzazione mondiale della sanità.


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