Welfare

Iran, violenta persecuzione contro i liberali

Perquisite le abitazioni di decine di dissidenti liberali. In carcere l'ex ministro dell'Interno e l'ex sindaco di Teheran

di Gabriella Meroni

Una nuova retata contro la modernità in Iran. I servizi di sicurezza iraniani hanno perquisito le abitazioni di decine di dissidenti liberali e arrestato almeno 40 persone. Ne hanno dato notizia i quotidiani locali. L’operazione è stata ordinata dal Tribunale Rivoluzionario, controllato dagli ultraortodossi, per colpire il Movimento per la libertà dell’Iran: nonostante formalmente sia bandito, si tratta del gruppo dissidente più importante del Paese e oltre a essere molto popolare tra gli studenti è leale al presidente Mohammad Khatami. Dopo la rivoluzione del 1979, il Movimento guidò un governo “ad interim”, ma fu poi rovesciato dal clero sciita. Tra quanti sono finiti in carcere figurano anche l’ex ministro dell’interno Hashem Sabaqqian e l’ex sindaco di Teheran Ibrahim Yazdi. Duro il commento del presidente iraniano Mohammad Khatami: “Non vedo come queste misure possano essere di beneficio alla società islamica e alla gente”, ha detto il presidente moderato, esprimendo vivo rammarico. “Un crescente clima di intolleranza nella società scoraggia gli intellettuali… Il nostro paese non desidera che libertà, progresso e garanzia dei diritti”. Khatami ha chiesto al capo della magistratura, l’ayatollah Mahmud Ashmei-Shahrudi, di intervenire per assicurare che i diritti di tutti gli arrestati siano rispettati. Questo è il secondo arresto di massa di dissidenti in meno di un mese e interferisce pesantemente con la campagna per una maggiore libertà e democrazia condotta da Khatami.


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