Solidarietà
Un successo il food gourmet a prova di Sla
Oltre 400 persone hanno partecipato a “Uno Slavadent alla Sla” l’iniziativa benefica che ha trasformato per una sera la Galleria del Blocco Sud dell’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda in un teatro. L’iniziativa patrocinata da Aisla a sostegno del Centro Clinico Nemo. L’associazione SlaFood ha chiamato 10 grandi chef a preparare gli aperitivi
«Le grandi mete si raggiungono solo insieme», sono queste le parole di Alberto Fontana, presidente del network dei Centri Clinici Nemo nel commentare il successo dell’evento che domenica 28 gennaio ha visto 400 persone alla Galleria del Blocco Sud dell’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda a Milano, partecipare allo spettacolo solidale “Uno SLAvadent alla Sla”, a sostegno del NeMO di Milano.
Comicità e cucina per dare “uno schiaffo alla Sla”
Un evento che ha unito il talento della comicità milanese e l’eccellenza della cucina italiana per dare “uno schiaffo alla Sla”, come in dialetto milanese recita il titolo dello spettacolo. «Una serata che ha voluto essere un misto di solidarietà, risate e amicizia», ha commentato Enrico Bertolino, ideatore e direttore artistico dell’evento che ha condiviso la scena con altri amici del teatro milanese come Ale e Franz, Raul Cremona e i JaGa Pirates.
A fare da fulcro alla serata è stato il Centro Clinico NeMO di Milano non solo perché ne ricorrono i 16 anni dall’apertura, ma anche perché è all’origine dell’idea stessa dell’evento. Nel settembre 2023, infatti Bertolino conosce il Centro NeMO con gli InterNati, un gruppo di amici tifosi dell’Inter tra cui c’è Luca Leoni, uno degli InterNati più appassionati, che affronta la sua battaglia più grande contro la Sla proprio al NeMO. Da qui la sfida di portare il sorriso a chi ogni giorno vive le corsie dell’ospedale, da paziente o da operatore, coinvolgendo la città in un impegno concreto.
Obiettivo sostenere la ricerca
E la risposta della città di Milano è stata immediata e calorosa, con la partecipazione di pazienti, clinici, operatori, donatori e oltre 50 volontari per contribuire all’obiettivo della serata: sostenere la ricerca sulla Sla del NeMO di Milano, che attualmente conta 14 studi clinici sulla malattia e si prende cura di 1.500 pazienti, di cui 600 con Sla.
A esprimere gratitudine a tutti i partecipanti Fulvia Massimelli, presidente di Aisla, l’associazione nazionale dei pazienti che rappresenta 6mila persone e famiglie che convivono con la Sla che ha patrocinato la serata: «Il nostro esserci, come comunità dei pazienti, è prima di tutto impegno per continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sui nostri diritti e sostenere la ricerca sulla Sla».
Se il conoscere Luca Leoni è stato la scintilla per lo spettacolo, un altro paziente del Centro NeMO Davide Rafanelli, presidente dell’associazione SlaFood ha organizzato l’aperitivo che ha accolto gli ospiti della serata e realizzato da dieci grandi chef che hanno risposto a titolo di volontariato alla chiamata di Rafanelli. Tra loro Roberto Carcangiu, presidente dell’associazione professionale cuochi italiani-Apci e lo chef volto tv Roberto Valbuzzi.
SlaFood unisce il talento degli chef affiancandoli ai professionisti della scienza, per sostenere la raccolta fondi per la ricerca e specifici progetti di presa in carico nutrizionale delle persone malate di Sla. La disfagia, infatti, determina enormi difficoltà nella masticazione e nella deglutizione, rendendo non solo difficoltoso alimentarsi per i malati, ma riducendo anche la loro possibilità di partecipare a eventi conviviali e sociali.
Nel commentare la serata Alberto Fontana, ha detto: «Il nostro viaggio iniziato a Milano sedici anni fa ci ha portati in tutta Italia, ma la presenza così accorata all’invito dell’amico Enrico Bertolino ci conferma, ancora una volta, che le grandi mete si raggiungono solo insieme. Continueremo nel nostro impegno nella ricerca sulla Sla, investendo risorse ed energia per dare risposte di cura e scoprire tutto ciò che ancora non conosciamo sulla patologia».
Il sanitario Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Mario Melazzini ha osservato: «La serata è stata espressione del valore che l’Ospedale Niguarda rappresenta per la città, luogo di cura, ricerca e cultura per la salute. Ed in questo percorso il Centro NeMO unisce competenza ed innovazione, ponendo al centro il valore della persona. Per questo abbiamo condiviso questo progetto solidale, grati a tutti coloro che hanno portato la loro arte in questi spazi di cura, cogliendone tutto il messaggio di vita».
Le immagini della serata sono dell’Ufficio Stampa del Centro NeMO
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