Cultura

Ruote senza barriere

Dopo l’avvio del progetto Autonomy e la realizzazione dei Centri di mobilità, la casa torinese punta a diventare l’azienda leader in Europa nel campo dei veicoli speciali. E lancia un patto di coll

di Franco Bomprezzi

I n principio era l?auto. Come sempre. Come è logico che sia. Poi vennero gli autobus, i treni, i trattori, i sistemi di sicurezza, le assicurazioni. Insomma, il grande gruppo. Tutti per uno, uno per tutti. Per garantire il ?diritto alla mobilità?.Una rivoluzione annunciata, che significa investimento in tecnologia, in produzione, in marketing, in comunicazione. La Fiat rilancia, getta sul tavolo le sue carte migliori, senza nascondersi un obiettivo ambizioso: essere il primo gruppo industriale d?Europa a pensare in grande alla mobilità per disabili e anziani: una sfida senza precedenti, che potrebbe trasformarsi in un inedito volano culturale per un Paese che è abituato a porsi il problema dei disabili in termini di solidarietà sociale e di costi improduttivi, piuttosto che in termini di investimento aziendale ?attivo?. A sancire il punto di non ritorno è stato l?amministratore delegato del gruppo Fiat, Paolo Cantarella. E lo ha fatto a Bologna, al termine di un affollatissimo convegno organizzato dalla Fiat nell?ambito di Europolis, la mostra dedicata al rapporto fra uomo e territorio. Per corroborare il messaggi, il gruppo Fiat ha anche allestito un grande stand, fra i più visitati in assoluto della mostra bolognese, all?interno del quale sono state presentate tutte le proposte attualmente operative delle diverse aziende: Fiat auto, Fiat ferroviaria, Iveco, New Holland (trattori), Magneti Marelli, Toro assicurazioni, con il coordinamento del Centro ricerche Fiat. Uno sforzo senza precedenti, al quale seguirà in tempi stretti un investimento massiccio e coordinato per imporre e rendere visibile una strategia aziendale di taglio ?europeo?. Non a caso al tavolo del convegno bolognese sono state chiamate due ?testimonial? di particolare spessore: Ann Frye, responsabile della sezione Mobilità del ministero dei Trasporti britannico, e Patricia Herring Parisi, del dipartimento dell?Educazione del governo degli Stati Uniti. E il suggello alla ?svolta? è venuto dal ministro della Solidarietà sociale, Livia Turco: è toccato a lei incamerare positivi apprezzamenti sulle novità – davvero interessanti – contenute nella recente legge finanziaria, novità che in particolare riguardano l?estensione delle agevolazioni fiscali per l?acquisto e l?adattamento delle autovetture dai disabili che guidano anche ai disabili che non possono guidare e che quindi ?delegano? la mobilità alla famiglia. Ed è stata Livia Turco a sottolineare la ?novità? dell?impegno Fiat cogliendone l?importanza strategica in tema di politiche governative per la mobilità. Di qui la proposta di realizzare un ?laboratorio? comune, che veda uniti i ?cervelli? politici, le aziende, i rappresentanti dei disabili, che per primi sanno che cosa effettivamente serve. Se attualmente sono circa centomila i ?patentati?, cioè i dsabili motori che guidano autonomamente la propria vettura, c?è un mercato di almeno ottocentomila disabili che non possono ancora vedere garantito il loro diritto alla mobilità. Senza contare i milioni di anziani, attuali e futuri, che non hanno alcuna intenzione di rinunciare a viaggiare e a spostarsi liberamente. Il nodo più difficile da sciogliere, naturalmente, è quello del trasporto pubblico. Nonostante le normative siano chiare, il parco degli automezzi destinati al trasporto collettivo (vita media almeno quindici anni) non corrisponde affatto a criteri di accessibilità. Gli autobus a pianale super-ribassato, oppure i vagoni ferroviari con accesso per disabili, sono in percentuale talmente scarsa da non consentire neppure di valutarne gli effetti sulle abitudini degli utenti. Sono passati solo pochi anni dall?avvio del progetto Autonomy, che ha portato alla realizzazione dei Centri di mobilità, ed evidentemente il successo di questa iniziativa ha convinto i vertici del maggior gruppo privato italiano che sulla disabilità si può scommettere. In positivo.


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