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Fondi per beni culturali: Stati Uniti all’ultimo posto

A pesare nel flusso di denaro che arriva nelle casse dei musei e delle altre istituzioni culturali Usa, infatti, sono le donazioni private, favorite da sconti fiscali

di Gabriella Meroni

Uno studio del 2000 del National Endowment of Arts (l’agenzia americana per la tutela dell’Arte) ha stilato una classifica di spesa pubblica artistica per abitante (l’Italia era esclusa per mancanza di dati): in pole position c’erano Finlandia ($91 a testa) e Germania ($85), mentre gli Stati Uniti erano all’ultimo posto con un misero $6 per persona. Le autorità americane spiegano lo scarso investimento pubblico nell’arte con la tradizionale ritrosia statunitense a spendere direttamente i soldi dei contribuenti: a pesare in modo massiccio nel flusso di denaro che arriva nelle casse dei musei e delle altre istituzioni culturali d’oltreoceano, infatti, sono le donazioni private, favorite da sconti fiscali. La strada delle agevolazioni fiscali è stata da poco imboccata anche dall’Italia, che il 22 marzo ha dato il via libera al regolamento che mette in pratica il collegato fiscale alla Finanziaria del 2000 e permette alle imprese di dedurre dal reddito le donazioni a favore dell’arte: per il 2001 si prevede un mancato gettito fiscale a favore dell’arte di 270 miliardi.


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