L?otto marzo 1998 per le libertà delle donne in Afghanistan. È la proposta avanzata da Voice Italia, coordinamento europeo delle Ong per gli interventi umanitari nel Sud del mondo, con lo scopo di sensibilizzare l?opinione pubblica sulla difficilissima condizione delle donne in Afghanistan. Le notizie diffuse da Voice Italia sono davvero allarmanti: dall?avvento al potere dei talebani, alla fine del 1996, nel Paese sono state varate diverse misure discriminatorie nei confronti delle donne, tra cui il divieto assoluto di lavorare, l?obbligo di coprirsi da capo a piedi (volto compreso) in pubblico e di non uscire di casa se non in compagnia di familiari maschi, il divieto di parlare con uomini che non siano il marito o altri parenti stretti, la chiusura delle scuole femminili e l?interdizione dell?università per le donne. Queste condizioni, oltre a essere inaccettabili in sé, si innestano in una realtà sociale molto provata da 16 anni di guerra, che ha lasciato un?eredità di un milione e mezzo di morti e un milione di mutilati a causa delle mine. La situazione più difficile non a caso è vissuta dalle 60 mila vedove del Paese (di cui almeno 25 mila vedove di guerra), colpite dal divieto di lavorare ed espulse dagli uffici pubblici. Pe questo Voice Italia rivolge un appello a tutti i cittadini e in particolare alle Ong e alle associazioni di volontariato perché inviino migliaia di cartoline al governo afghano perché cessi la repressione contro le donne. Il coordinamento è disponibile a fornire informazioni e materiale utile a dare risalto all?iniziativa.
Per saperne di più rivolgersi al Cosv di Milano, telefono 02/26820053.
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