Cultura

Il gol più bello di re Platini

Il celebre “numero 10” risponde all’appello dei campioni italiani e garantisce palloni puliti a France ’98. Una sensibilità sociale e ai problemi dell’infanzia e dei giovani che viene da lontano.

di Rosanna Schirer

Michel Platini quasi si arrabbia, quando gli chiediamo che cosa pensa della faccenda dei cosiddetti ?palloni giusti?. «La Francia è un Paese che difende i diritti dei bambini», sottolinea il celebre ?numero 10? che mandava in delirio i tifosi bianconeri. «Figuriamoci se per giocare a calcio usiamo palloni cuciti da ?piccoli schiavi?. Anzi, un anno fa abbiamo firmato una convenzione con l?Adidas che garantisce che i palloni usati ai Mondiali di Francia ?98 sono realizzati esclusivamente in Spagna e in Germania e non utilizzano, quindi, in nessun modo, manodopera infantile». Con l?organizzazione del prossimo Campionato del mondo, Platini ha direttamente a che fare. Il grande campione francese è infatti co-presidente del Comitato organizzatore. Per questo, il suo parere sulla drammatica questione dei ?bambini schiavi? è tanto più importante. «Certo», precisa Michel, «non posso dire come si comporterà la Fifa, ente con cui il Comitato francese è in partnerschip obbligata per l?organizzazione delle partite nei dodici stadi francesi. Le notizie che ho mi sembrano comunque incoraggianti e spero che la nostra scelta possa contribuire ancor di più a spingere verso l?impegno. So che la federazione internazionale ha redatto un comunicato nel quale si impegna a combattere lo sfruttamento dei bambini produttori di palloni presenti nella Regione di Sialkot, in Pakistan, offrendo a essi assistenza economica (il progetto prevede lo stanziamento di un milione di dollari entro due anni – ndr), sociale ma anche educativa. Il documento è stato sottoscritto dalla Camera di commercio e industria di Sialkot, dall’Organizzazione internazionale del lavoro e dall’Unicef alla presenza di rappresentanti della Wfsgi (Federazione mondiale industrie beni sportivi, di cui fa parte tra l?altro anche la stessa Adidas), della Fifa e di altre associazioni che si occupano della difesa dei bambini. So che la Fifa ha programmato, in occasione del sorteggio dei mondiali, una raccolta fondi allo scopo di sostenere le attività per i bambini ospiti dei ?Villaggi Sos?, associazione internazionale che si occupa dei piccini meno fortunati». «A chi vive nel mondo del calcio», continua Platini, « viene chiesto spesso di prendere posizione per aiutare i bambini (come ha fatto Franco Baresi con l?appello lanciato su Vita n. 3 del 23 gennaio scorso – ndr) o i malati di cancro, gli orfani, gli handicappati o i ciechi, ma è davvero molto difficile riuscire a fare tutto. È difficile non perdersi e individuare iniziative concrete». Ma il mitico capitano dei ?blu? francesi, che ha abbandonato i campi di gioco nell?87 a soli 32 anni, di iniziative concrete ne ha realizzate parecchie. Magari sottovoce, senza farsi troppo notare, senza sbandierarle al vento. Ancora in attività, già Platini si era impegnato personalmente per esempio a combattere la droga: «Non ne sono mai stato tentato e questo, non lo ripeterò mai abbastanza, grazie al mio equilibrio familiare, ma conosco i suoi misfatti ed è per questo che mi sono interessato al problema della droga. Penso che tocchi a chi non ne è coinvolto assistere quelli che ne subiscono i danni. Mi dicevo spesso: ?Devi dedicare il tuo dopo-calcio a lottare contro quel flagello. Riguarda tutti i giovani; per un motivo o per l?altro, anche i tuoi figli potrebbero un giorno esserne vittime?». Di qui la voglia di impegnarsi personalmente, sulla scorta di uno slogan concepito personalmente da Michel: «Non bucatevi più, bucate la vita! Dribbliamo la droga, segnamole dei gol, buchiamo la vita, guadagniamo terreno….E impediamole di schiacciarci, difendiamoci con dei tackle precisi, eseguiti a sangue freddo, al momento giusto e nel posto giusto. Togliamole la palla. La palla è l’angoscia di non avere lavoro, la paranoia di essere ?niente?, un tipo ai margini della società…». Con la stessa classe che ha contraddistinto quindici anni di carriera accompagnata da innumerevoli successi, Platini ha creato a Saint-Cyprien, nei Pirenei, una fondazione impegnata appunto nel recupero dei tossicodipendenti. «A loro non domando neanche una lira. Esigo una cosa soltanto: che pratichino uno sport, calcio, basket, tennis, poco importa il genere purché fuggano l’ebbrezza artificiosa del tabacco, dell?alcol o delle droghe pesanti». Così, nel poco tempo libero a disposizione, Michel continua a occuparsi dei giovani. Senza tirarsi mai indietro. Da tre anni, per esempio, in Francia l?attività sportiva fa parte di un importante progetto pedagogico dedicato a studenti ?difficili? che vede coinvolti giocatori di pallavolo e di calcio. E recentemente Platini, assieme al segretario generale della Fifa Sepp Blatter, ha preso parte a un incontro organizzato con i giovani del Collège Henri Matisse de Choisy-le Roy che hanno redatto una sorta di carta di ?buona condotta? indirizzata proprio ai calciatori dei prossimi mondiali. È bello e paradossale che questi studenti ?difficili? sottolineino, ad esempio, che ?bel gioco deve far rima con fair-play?, che si devono rispettare gli avversari ?come fossero compagni? che si deve ?lasciare la collera negli spogliatoi?, o ancora che è fondamentale ?accettare la sconfitta se si è dato tutto e festeggiare la vittoria con sportività?. «È importante che i giocatori prendano a cuore certe situazioni e aiutino le persone che soffrono», conclude Platini. «Senza dimenticare che il loro impegno è importante anche per fare comunicazione». Insomma, il ?piccolo grande principe? non ha smesso di fare gol.


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