Sostenibilità

Legambiente: il mare italiano troppo caldo

I risultati del viaggio di Goletta Verde indicano temperature altissime e alto rischio inquinamento

di Benedetta Verrini

E’ caldo come un brodo il mare italiano, parola di Goletta Verde di Legambiente: la temperatura media è di 27 gradi, un valore raggiunto negli anni scorsi solo in casi limite. Ma in molte spiagge si superano i trenta, e a Maratea sono stati toccati i 32,2. “E’ un altro segno del clima che cambia – ha spiegato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente durante la conferenza stampa di chiusura di Goletta Verde – ma attenzione a non sottovalutarlo. Uno due gradi in più non vuol dire solo nuove specie di pesci e organismi tropicali che proliferano nei nostri mari: vuol dire anche più inquinamento”. E’ un mare in bilico quello ritratto dalla Goletta Verde di Legambiente durante i sui due mesi e ottomila chilometri di viaggio. Un mare dove tre campioni su quattro sono in regola ma nel quale meno della metà delle coste supera l’esame degli enterococchi (batteri fecali, legata dunque all’inquinamento fognario), indicatore proposto dall’Unione europea. Un mare nel quale i fiumi portano meno acqua ma tanti inquinanti. Un mare per il quale, a stagione balneare avviata alla chiusura, nessuno ha mai visto l’annuale rapporto sulla qualità delle acqua che il ministero è tenuto a pubblicare a maggio. Acque bollenti, dunque. E se a Maratea il mare, coi sui 32,2 del 28 luglio, sembra un bagno caldo (nel 2002 il termometro segnava 28 gradi), il resto d’Italia non è da meno. Trentadue gradi anche a Ostuni e Palinuro (l’anno scorso erano stati 27,7 e 26,9). Trentuno a Siniscola (Nuoro). Trenta gradi sulla colonnina nelle acque di Imperia, Scalea, Fregene (Roma), Catania, S. Vito Chietino (Chieti), Jesolo, Marina di Romea (Ravenna) e Fetovaia (Elba). Poco meno a Marina di Amendolara (Cosenza), Porto S. Giorgio (Ascoli Piceno) e Grado (Gorizia), tutti attorno ai 28 gradi. “Qualche parola va spesa per l’alto Adriatico, quest’anno particolarmente cristallino: dai fiumi in secca quasi non arrivava acqua, tanto che abbiamo riscontato un altissimo grado di salinità lungo la costa e persino alla foce dei fiumi. Gli inquinanti riversati in questi fiumi praticamente non sono arrivati al mare. Ecco il motivo dell’acqua pulita. Ma attenzione: alle prime consistenti piogge, tutto quello che si è accumulato lungo il loro corso verrà riversato in mare con un imponente carico inquinante”. Tutti i dati rilevati da Goletta Verde su www.legambiente.it  


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