Welfare

Grandi opere? Ma mi faccia il piacere…

Il commento di Gino Girolomoni su alcune situazioni difficili nel nostro Paese.

di Gino Girolomoni

Non è certo la prima volta che il potere pensa le grandi opere, per lasciare il suo nome nella storia. Cominciarono i Faraoni con le piramidi e, dopo 4 o 5mila anni, ne ammiriamo ancora l?imponenza. Poi il colosso di Rodi, la biblioteca di Alessandria, le grandi cattedrali del medioevo, i grattacieli intorno a Central Park, 350 ettari di prati e alberi in una grande metropoli moderna. Ora occorre paragonarle a quelle italiane: il ponte sullo stretto di Messina, 10mila miliardi di vecchie lire che saranno 20, per guadagnare 15 minuti di tempo; le centrali turbogas da mille miliardi ciascuna, invece di fare come la California che ha puntato a risparmiare il 14% d?energia; gli inceneritori che spargeranno diossina nell?aria già pessima. Tremonti prepara i soldi necessari e intanto taglia. Taglia i fondi a 600 monumenti nazionali che aspettavano i contributi già deliberati, previsti da leggi che funzionavano dal 1939, e Urbani tace e non protesta e non sa che dire a quei benemeriti fregati. E, intanto, in questi tempi di penuria, i parlamentari si sono aumentati, all?unanimità, gli stipendi di altri due milioni di vecchie lire al mese. Nella mia Regione, le Marche, alla Sanità va l?80% di tutto il bilancio regionale e le altre Regioni viaggiano in percentuali simili: tutte cariche di tritolo sulle fondamenta del futuro del nostro Paese!

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