Famiglia

Inflazione: Pezzotta, Italia ai margini della Ue

''Se facciamo il confronto - dice Pezzotta - con l'Europa emergono chiaramente le nostre difficoltà. In luglio tutta l'area Ue ha registrato un abbassamento dei prezzi, noi no".

di Paolo Manzo

“Cosi’ non puo’ durare a lungo. Perche’ se si continua cosi’, con l’inflazione che corre piu’ della media europea e una crescita vicina allo zero, l’Italia rimarra’ ai margini dell’Europa”. Lo sottolinea il leader della Cisl, Savino Pezzotta in una intervista con ”Repubblica”. ”Vedo che pero’ -aggiunge- di fronte al problema dell’inflazione e del crollo del potere d’acquisto dei lavoratori si convocano consigli dei ministri sul calcio”. ”Siamo fortemente preoccupati -prosegue il sindacalista- il dato dell’inflazione di agosto conferma quanto fossero fondate le nostre critiche al Dpef, quando definimmo assolutamente irrealistico fissare all’1,7% l’inflazione programmata per il 2004”. ”Se facciamo il confronto -osserva Pezzotta- con l’Europa emergono chiaramente le nostre difficolta’. In luglio tutta l’area europea ha registrato un abbassamento dei prezzi, noi no. Da noi il costo della vita, a partire dall’introduzione dell’euro, e’ cresciuto piu’ delle media europea”. ”Oggi -riferisce- al contrario degli anni settanta, la spiralee’ non prezzi-salari, ma prezzi prezzi. I prezzi non aspettano la contrattazione per aumentare. E poi c’e’ il fenomeno dell’inflazione attesa: se il governo annuncia l’aumento delle tariffe, i commercianti e le imprese adeguano i prezzi anticipatamente”. Come mai solo in Italia? ”Qui -risponde- ci sono dei fattori strutturali. Io penso che il forte tasso di lavoro autonomo, dove il prezzo ha una relazione diretta con il reddito, facilita l’inflazione. Non a caso l’inflazione e’ piu’ alta nei servizi e nel sistema delle imprese familiari. Anche il sistema bancario ha le sue colpe”. Cosa propone la Cisl? ”La strada principale -dice Pezzotta- e’ quella della politica dei redditi che opera sul medio lungo periodo. C’e’ anche chi propone la ricetta del blocco dei prezzi e delle tariffe, ma in una economia di mercato non puo’ funzionare. Il sindacato non puo’ ignorare quello che sta succedendo. Il governo si preoccupa del calcio. Noi ci preoccupiamo del fatto che una famiglia di operai, magari monoreddito, non ce la fa ad arrivare a fine mese”. ”Ci vuole -avverte- un surplus di politica economica: investimenti pubblici, governo dei prezzi, controllo delle tariffe, politica dei redditi per la tutela del potere di acquisto dei lavoratori e dei pensionati. Si diffonde la figura del ‘lavoratore povero’, le famiglie non possono contare piu’ sul reddito integrativo derivante dal risparmio”.


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