Cultura

Nucleare: Giovanardi, un sito in ogni regione

Dove mettere in sicurezza le scorie radioattive contaminate da attivita' ospedaliere e industriali o frutto dello smantellamento delle centrali atomiche

di Paolo Manzo

Un ‘cimitero’ nucleare in ogni regione, dove mettere in sicurezza le scorie radioattive contaminate da attivita’ ospedaliere e industriali o frutto dello smantellamento delle centrali atomiche. La proposta e’ del ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi che lancia anche un appello alle regioni per ”risolvere con realismo” lo scottante problema dello smaltimento dei rifiuti nucleari, 55 mila metri cubi di materiali contaminati a vari livelli, stoccati in modo provvisorio in tutto il territorio nazionale. Al Convegno di Erice sulle emergenze planetarie che oggi affronta proprio il tema dello smaltimento dei rifiuti pericolosi e delle scorie radioattive, Giovanardi ha insistito sui rischi di un mancato intervento sia ”per la salute delle popolazioni, che per il problema del terrorismo, come ha denunciato il commissario delegato del governo, generale Carlo Jean, per il possibile utilizzo di questi materiali per costruire bombe ‘sporche”’. Il governo e’ anche nettamente contrario all’ipotesi di inviare all’estero le scorie contaminate, una soluzione ”un po’ scioccante” che pone problemi ”etici e morali”. In Italia, osserva Giovanardi, ”siamo in una situazione di stallo” perche’ ”la proposta del governo si e’ scontrata con la posizione delle regioni che chiedono una messa in sicurezza fuori dai confini nazionali”. Giovanardi ha anche criticato la ”posizione ultimativa della Sardegna” che ha respinto l’eventualita’ di un deposito sul suo territorio, ”una posizione che ha contagiato anche altre regioni, con un effetto domino”ha affermato. Aggiungendo che il governo ha impugnato il provvedimento che stabilisce la denuclearizzazione della regione, davanti alla Corte Costituzionale. Da qui la proposta di superare l’impasse attarverso la realizzazione di 20 depositi, un progetto di cui ”va vagliata la fattibilita’ economica e tecnica” ma che potrebbe essere ”ragionevole anche se costosa”. All’utilizzo del nucleare, ad esempio in medicina per curare alcune patologie come i tumori, non e’ infatti possibile pensare: per questo l’appello al ”senso di responsabilita”” delle regioni nell’affrontare il problema.


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