Mondo

Iraq: Onu affronta problema sicurezza

Annan non ha risparmiato una frecciata alle forze di occupazione, che hanno sottovalutato le difficolta' che avrebbero incontrato nell'opera di pacificazione e ricostruzione del paese dopo l'invasi

di Paolo Manzo

”La questione della sicurezza in Iraq sara’ al centro dei nostri colloqui”. Cosi’ il vice ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Fayssal Mekdad, ha annunciato – rispondendo alla domanda di un giornalista sull’ipotesi di inviare i caschi blu in Iraq – l’inizio della riunione del Consiglio di Sicurezza a New York convocata per discutere la sicurezza del personale delle Nazioni Unite che opera in Iraq all’indomani dell’attentato compiuto contro il quartier generale dell’Onu a Baghdad, che ha fatto almeno 24 morti – e tra questi l’inviato speciale Sergio Vieira de Mello – ed un centinaio di feriti. Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, aveva annunciato questa mattina, prima di lasciare Stoccolma diretto a New York, che avrebbe incontrato nel corso della giornata i membri dell’esecutivo Onu per discutere con loro quali misure adottare a tutela dei dipendenti dell’organizzazione impegnati nell’opera di ricostruzione dell’Iraq. ”Stiamo rivalutando le nostre disposizioni in materia di sicurezza in Iraq. Siamo nel paese da 12 anni, e non eravamo mai stati presi di mira”, ha dichiarato. Annan non ha risparmiato durante il suo incontro questa mattina con i giornalisti a Stoccolma una frecciata alle forze di occupazione, che hanno sottovalutato le inevitabili difficolta’ che avrebbero incontrato nell’opera di pacificazione e ricostruzione del paese dopo l’invasione militare: ”Speravamo che a questo punto le forze della coalizione avessero reso l’ambiente sicuro in modo da consentirci di portare avanti la ricostruzione economica e il processo di ripristino del funzionamento delle istituzioni. Ma questo non e’ accaduto”, ha affermato, senza nascondere la propria delusione. Annan ha tuttavia riconosciuto la particolare difficolta’ della situazione e dell’opera di stabilizzazione del paese: ”Possono essere stati compiuti alcuni errori, ma questo certo non giustifica o scusa la violenza insensata cui assistiamo oggi in Iraq. Questi estremisti che prendono di mira civili innocenti non rendono certo servizio al popolo iracheno”, ha concluso.


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