Cultura

Cappella Sistina, ovvero il genio di Michelangelo

Recensione del libro "Il Papa e il suo pittore" di Ross King (di Antonino Piazza).

di Redazione

Saper disegnare è importante ma non basta. La conquista del genio è un atto terribilmente unico e perciò terribilmente solo. Chi non è capace di stupirsi non potrà mai stupire nessuno, vedere niente. Questo ci viene in mente mentre nel mondo si parla del cinquecentesimo anniversario del David di Michelangelo, che cade nel 2004, e delle modalità del suo restauro, trovandoci tra le mani il libro di Ross King Il Papa e il suo pittore (Rizzoli, 18 euro), che ha come sottotitolo Michelangelo e la nascita avventurosa della Cappella Sistina e che noi intitoleremmo Due Papi e una cappella. Un libro che narra i quattro anni burrascosi, 1508-1512, in cui Michelangelo realizzò per Papa Giulio II uno dei sommi capolavori della pittura mondiale. «Nell?estate del 1509, la volta veniva già annoverata tra le meraviglie della città, perché l?ecclesiastico Francesco Albertini, un ex allievo di Domenico Ghirlandaio, aveva appena ultimato il suo Opusculum de mirabilibus novae et veteris urbis Romae, una guida che elencava i monumenti e gli affreschi più importanti della capitale. «Michaelis Angeli», scrive Albertini, lavorava con alacrità alla decorazione della Cappella Sistina. Michelangelo difendeva gelosamente il ponteggio dagli intrusi, ed è fuor di dubbio che gli affreschi non fossero aperti al pubblico. Non è tuttavia impossibile che fosse stato invitato sull?impalcatura per esaminare l?opera. Ecco: su quell?impalcatura Michelangelo è un Papa e Papa Giulio lo sapeva.

Antonino Piazza


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