Welfare

Tv. Cosa cambia la Gasparri. Buon passo. E ora RaiWelfare 24

Per Carlo Romeo, a capo del segretariato sociale, la riforma cambia il core business della Rai. In positivo. "Ma adesso ci vuole il canale tematico".

di Paolo Manzo

Sorpresa: Carlo Romeo, direttore del Segretariato sociale Rai è soddisfatto della riforma Gasparri del sistema radiotelevisivo. Una riforma che, si dice, è fatta su misura per gli interessi di Mediaset. Vita: Quali sono le ragioni che la fanno essere ottimista? Carlo Romeo: Credo che la novità che più interessi i lettori di Vita è che, mentre prima il core business della Rai era la televisione, con la Gasparri è possibile che il core business della Rai diventi il servizio pubblico. Vita: Ma il disegno di legge Gasparri non mette in difficoltà Viale Mazzini? Sono in molti a sostenerlo? Romeo: Non direi. Mentre prima il servizio pubblico doveva essere su una sola rete, l?indirizzo del ddl è spalmarlo su tutta l?offerta. Per questo il core business non è più la televisione ma il contenuto, e qui il mio giudizio non può che essere positivo. Inoltre non parlerei del ddl Gasparri disgiuntamente dal nuovo Contratto di servizio della Rai, firmato da un ministro ex missino, non scordiamolo, che nell?articolo 1 parla di una Rai che è impegnata a valorizzare e tutelare tutte le culture delle diversità. Insomma, mi sembra che questo nessuno prima l?avesse mai scritto. Vita: E la questione delle risorse? Romeo: Sì, bisogna definire meglio il quadro economico su cui inserirsi. Ci sono ancora troppe incognite. Inoltre è una legge che, probabilmente, durerà dai cinque ai sette anni. Già fra sette anni sarà da rifare. Vita: E al Parlamento, che la deve ancora approvare, cosa chiederebbe? Romeo: Di non fare, per l?ennesima volta, del sistema Rai uno strumento da mercato delle vacche. Di occuparsi veramente dell?interesse complessivo, e non a livello strumentale. Questo vale sia per la maggioranza che per l?opposizione. Nel mondo della tv, dalla Mammì in poi, si sono sempre giocati altri interessi. Sulla pelle di chi lavora in questo settore. Vita: Quando avremo una Rai non più vincolata all?Auditel? Romeo: Quando sarà abolito. L?indice di gradimento dava un quadro completo, mentre l?Auditel è esclusivamente una misurazione quantitativa. Occorre un metro adeguato a valorizzare non solo la quantità di ascoltatori, ma anche il gradimento. Auspico una riforma in cui non si sommino le pere con le mele, anche perché il parametro della tv commerciale non può essere lo stesso di quella pubblica. Vita: Prevede più sociale in Rai? Romeo: C?è una proposta di un canale tematico Rai, solo sul sociale. Una sorta di RaiWelfare24. Una proposta che il ministero delle Telecomunicazioni ha già dichiarato positiva e su cui sta già lavorando il ministero del Welfare. Un canale tematico che parli 24 ore al giorno di sociale, da mandare in chiaro sul satellite e non a pagamento. Vita: Quando lo potremo vedere? Romeo: Quando la Rai avrà dei vertici stabilizzati. Adesso tutto è troppo provvisorio. Ma la chiave di tutto quanto ci siamo detti è questa. Se va in un certo modo, il core business della Rai diventa il servizio pubblico, non più la tv. È questo il nocciolo, la chiave di tutto. E questo è il mio augurio.


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