Sostenibilità
Legambiente: a Padova 10° giorno oltre limite d’ozono
"Limitarsi a consigliare di restare a casa nelle ore più inquinate non basta, bisognerebbe bloccare la circolazione nella fascia oraria più inquinata, per tenere a casa più persone possibili"
di Paolo Manzo
Siamo al decimo giorno di superamento consecutivo del limite d’attenzione dell’Ozono, che lunedì 11 a Padova era a quota 238 microgrammi per metro cubo d’aria. E’ Legambiente a denunciare la situazione in una nota, ritenendo che il Comune stia sottovalutando la situazione. ”Limitarsi a consigliare di restare a casa nelle ore piu’ inquinate non basta -continua l’associazione- bisognerebbe bloccare la circolazione nella fascia oraria piu’ inquinata, per tenere a casa piu’ persone possibili”. ”Non lo si vuol fare? – si legge ancora – Bene, allora il Comuni tuteli le fasce più esposte, sospendendo le attività all’aperto dei servizi non indispensabili, o vigilando perché vi sia un’adeguata turnazione al fine di evitare al massimo l’esposizione. E’ compito delle Amministrazioni Pubbliche e del medico del lavoro non trascurare l’esposizione ad inquinanti da smog dei lavoratori che operano per tutto il tempo di lavoro o per gran parte di esso all’aperto”.
Legambiente fornisce inoltre una lista di categorie di lavoratori maggiormente esposti al rischio ozono in questo periodo, che racchiude tutti coloro che svolgono un impiego pubblico (dagli accalappia cani agli addetti alla manutenzione, dai giardinieri alla vigilanza pubblica) o privato (dai portavalori ai tecnici delle linee telefoniche, dagli animatori turistici ai lavavetri), invitando i sindacati a tutelare queste categorie tramite l’unica arma a loro disposizione: la prevenzione. ”Fatta salva la necessità di garantire servizi di interesse pubblico immediato (Interventi di VV.FF., Ambulanze, Interventi di emergenza su impianti etc), – spiega l’associazione – è necessario prevedere la possibilità di sospensione delle attività lavorative all’aperto in caso di raggiungimento di alte soglie di ozono. Inoltre sarebbe bene anticipare nei limiti del possibile l’orario di inizio dell’attività lavorativa al mattino, almeno nei mesi di luglio e agosto, ampliando l’intervallo mensa . E’ importantre infine assicurare la presenza di punti di ricovero in cui i lavoratori possano stazionare nella fascia di ore più calde (laddove possibile, per esempio in cantieri edili grandi, cabine termoisolate con ricambio d’aria); garantire in ogni caso almeno delle strutture ombreggianti”.
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