Famiglia

Navighiamo contro i pedofili

Ogni giorno i volontari del Telefono Arcobaleno esplorano la rete alla ricerca di siti in cui si propaganda la violenza sui bambini. Il loro obiettivo, individuare i colpevoli e farli punire dalle aut

di Redazione

L a lotta contro la pedofilia da oggi ha un alleato in più. È sorto infatti in provincia di Siracusa un Comitato di resistenza per lottare contro il ?Fronte di liberazione pedofili?, organizzazione criminale presente in Internet che propaganda la violenza sessuale degli adulti sui minori. Ed è il Comitato a lanciare, proprio via Internet (ma è possibile aderire anche con mezzi più ?tradizionali?), una grande campagna internazionale per scovare e punire i pedofili che navigano in rete. Il Comitato di resistenza è una diretta emanazione di un?associazione, il ?Telefono Arcobaleno? di don Fortunato Di Noto, un sacerdote di Avola che da due anni a questa parte ha scelto di dedicarsi alla tutela dei minori minacciati dai moderni mezzi di comunicazione, soprattutto la televisione e la pubblicità. Ma ora l?emergenza più grave sembra essere rappresentata proprio da Internet. «La rete è un territorio senza legge», dice don Fortunato. «dove chiunque può lanciare i messaggi più aberranti in modo anonimo e certo dell?impunità. Il Fronte di liberazione dei pedofili è un caso davvero clamoroso e preoccupante, che minaccia direttamente i bambini che ormai hanno libero accesso ai computer». Il Fronte di liberazione dei pedofili è particolarmente pericoloso, sostengono i volontari del Telefono Arcobaleno che da più di un anno monitorano il sito giorno per giorno, anche perché a esso fanno capo moltissimi altri siti locali di pedofili che dal Fronte attingono dati, informazioni, fotografie e messaggi che vengono fatti circolare in tutto il mondo. «Il Telefono Arcobaleno ha bisogno della collaborazione di tutti», continua don Di Noto, «per vincere una difficile battaglia internazionale che impedisca a queste persone di professare la pedofilia sfruttando l?impotenza della comunità mondiale che non riesce a tutelare i bambini. Il nostro scopo è individuare il Paese di provenienza del Fronte di liberazione dei pedofili e spingere le autorità locali a oscurarlo e a punire severamente i colpevoli». Telefono Arcobaleno si rivolge dunque a tutti coloro che possiedono un computer e sono in grado di entrare in Internet perché collaborino con i 15 volontari dell?associazione che quotidianamente esplorano la rete alla ricerca di siti pedofili, dei loro estensori e utenti. Ma non solo. Don Fortunato ha progetti ben precisi per far approdare il problema nelle aule del Parlamento italiano ed europeo. «Occorre che si sviluppi un movimento di opinione che prema sulle autorità di Roma e di Bruxelles perché sia varata una precisa normativa contro i crimini perpetrati via Internet. Il 19 dicembre scorso abbiamo presentato in Parlamento una mozione sottoscritta da più di cento parlamentari e da tutti i capigruppo con cui abbiamo chiesto al governo di impegnarsi in questo senso. E proprio in questi giorni un?analoga petizione presentata al Parlamento europeo è all?esame della Commissione Cultura dell?Unione». Il Comitato di resistenza di Telefono Arcobaleno ha già al suo attivo alcune battaglie vinte a difesa dell?infanzia: grazie alle segnalazioni dell?associazione al Nucleo di polizia telematica di Roma, infatti, alcuni siti italiani dedicati allo sfruttamento dei minori sono stati prontamente individuati e oscurati. Ma far sparire da Internet il Fronte di liberazione sarebbe davvero la vittoria più importante che metterebbe in crisi la lobby mondiale dei pedofili.


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