Formazione

Noi, cattolici e omosex

Piccoli gruppi, incontri settimanali per parlare e confrontarsi. Guidati da un sacerdote. Succede da 15 anni a Milano, Roma, Bologna, Torino...

di Redazione

La vocazione di ogni persona, prima della determinazione della differenza sessuale, è ad amare e a essere amato». Don Domenico Pezzini, prete milanese usa le parole di sant?Agostino per spiegare il lavoro che, da una quindicina di anni, svolge a favore degli omossessuali. Una compagnia discreta, un aiuto a capire e a capirsi. Ogni domenica pomeriggio, raduna intorno a sé, nei locali della casa di riposo di cui è assistente, un gruppo di circa 35 persone, perlopiù trentenni, in prevalenza uomini. È il gruppo ?La Fonte?: persone che tentano di vivere la propria omosessualità e la propria fede cristiana. «Il nostro metodo consiste nel creare un ambiente tranquillo», spiega don Domenico, «un luogo dove le persone possano parlare di quello che sono senza mascherare niente, eliminando quella certa drammaticità che a volte intorbida le acque e impasta le cose». Il gruppo lavora ogni anno su un argomento di discussione. «Quest?anno, ad esempio, abbiamo scelto l?amicizia», spiega don Pezzini. «Riflettiamo sui meccanismi, le strategie relazionali, le difficoltà da superare, il bene che ci si può dare». La convizione chiave, spiega il sacerdote, è che «solo nell?amore dato e ricevuto si sperimenta Dio». Nessun conferenziere, nessun esperto, ma una franca discussione fra persone che condividono una condizione e una strada comuni. Il prossimo anno sarà messo a tema ?il percorso fatto per arrivare all’accettazione di sé?. A marzo, invece, è in programma un incontro con i genitori. «Negli ultimi tempi, alcuni si sono fatti avanti», ricorda don Pezzini. Che consigli dà a queste famiglie? «Innanzitutto di non pensare all?omosessualità come una malattia mentale o uno sgorbio della natura, uno sbaglio del Creatore», risponde. «Bisogna partire dal fatto che questa condizione c?è e che va accolta». E citando il libro della Sapienza, ricorda che «Dio ha creato le cose perché le voleva, altrimenti non le avrebbe fatte». Poi un esortazione a non subire il tabù sociale, il ?che cosa ne diranno gli altri?. «L?omosessualità non è una disgrazia», sottolinea don Pezzini, «e affrontare la situazione per una famiglia, può essere occasione di diventare più onesta, accogliente, più aperta, come scrivono i vescovi americani». Infine sì agli psicolgi, soprattutto nell?adolescenza, «ma non partendo dal presupposto che debbano trasformare il figlio in eterosessuale». Gruppi che si occupano di formazione della persona come La fonte (via Agordat, 50 – 20127 Milano, tel 02/2841950) sono sorti a Roma (La sorgente) e a Bologna (In cammino). Un altro è in via di costituzione a Padova. Tutti in contatto con don Pezzini. Altre realtà più ?militanti?, come l?associazione Il guado presente a Milano, spesso in contatto con il Fuori e l?Arcigay, fanno capo al Coordinamento Gruppi cristiani omosessuali (c/o Davide Gionata via Giolitti 21/a, 10123 Torino, fax 011/8395577, telefono: 011/9593309, E-mail: galant@rivoli.radiostudio.it).


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