Non solo le associazioni a sostegno dei disabili

Il difensore civico può costituirsi parte civile nei procedimenti penali dove la parte offesa è una persona con handicap.
Lo stabilisce l?articolo 36, al secondo comma, della legge 5 febbraio 1992 n. 104, meglio conosciuta come legge quadro per l?assistenza, l?integrazione sociale e i diritti delle persone portatrici di handicap. L?articolo in questione prevede che per i procedimenti penali relativi ad alcuni reati «è ammessa la costituzione di parte civile del difensore civico nonché dell?associazione alla quale risulti iscritta la persona handicappata o un suo familiare».
Si tratta dei reati previsti agli articolo «527 e 628 del Codice penale, nonché i diritti non colposi contro la persona». In concreto, un esempio particolarmente significativo lo offre il difensore civico del Lazio , Rosario Di Mauro, il quale di recente si è costituito parte civile in un procedimento in corso a Rieti per una violenza sessuale di cui è stato vittima un disabile. Il difensore civico del Lazio riconosce grande importanza a questo strumento giuridico che permette una ulteriore, maggiore tutela delle persone handicappate. Al di là di situazioni limite come quella di Rieti, sono tante le iniziative dei difensori civici per far valere i diritti, non sempre garantiti e rispettati, di queste persone.
Gli interventi più frequenti riguardano l?eliminazione delle barriere architettoniche, il diritto all?assistenza, l?inserimento nel mondo del lavoro. In molti casi si tratta di semplici azioni di stimolo, benché significative e necessarie. Come nella vicenda affrontata dal difensore civico del Friuli Venezia Giulia, riguardante un portatore di handicap, per nulla garantito sul luogo di lavoro. L?azienda, infatti, non aveva ancora provveduto a dotare i servizi igienici e la mensa di strutture speciali per il lavoratore disabile.
È bastata una sollecitazione del difensore civico perché l?azienda provvedesse a eliminare i disagi.