Volontariato

Come imparare a vivere col diabete

L'associazione diabetici della provincia di Mialno si occupa di dare informazioni sulla malattia e aiutare chi ne é affetto

di Redazione

Essere diabetici e condurre una vita ?normale? non è una cosa impossibile. Non bisogna dimenticare che in Italia soffre di diabete il 3 per cento della popolazione, in pratica 1 milione e 700 mila persone. Di queste circa 250 mila sono insulinodipendenti. L?Associazione diabetici della provincia di Milano registra tra i suoi circa mille associati (sia diabetici sia familiari e persone sensibili al problema) anche persone residenti in tutta la Penisola. L?associazione, dalla sua fondazione nel 1982, si occupa di dare informazioni sulla gestione della malattia, escluse le indicazioni sulla terapia farmacologica, soprattutto per quello che riguarda la dieta e l?alimentazione corretta. Ma non solo. Vengono fornite informazioni sulle variazioni delle diverse norme e regolamenti, consigli sull?utilizzo o l?acquisto di presidi sanitari per la cura e l?autocontrollo domiciliare.
Un altro aspetto dell?intervento di informazione e sensibilizzazione che viene svolto quotidianamente nelle sedi dell?associazione, rientra anche la prevenzione. «Quello che vogliamo prevenire», spiega Nuccia Frigeri, portavoce dell?associazione, «sono soprattutto le complicazioni molto pesanti che il diabete porta con sé. Anche perché ci sono persone che sono diabetiche e non lo sanno fino al momento in cui non lo scoprono per una delle diverse complicazioni collegate a questa malattia. Si può dire che se in Italia circa il tre per cento della popolazione è diabetica, altrettanti sono quelli che lo sono non sapendolo». Quanti sono colpiti dal diabete non insulinodipendente, soprattutto, scoprono di essere affetti da questa malattia in modo occasionale, ma l?alterazione della glicemia per molto tempo causa delle alterazioni in diversi organi. Vi sono diverse complicazioni collegate al diabete, come la retinopatia diabetica, oppure la nefropatia, problemi neurologici e cardiopatici senza contare il cosiddetto ?piede diabetico? che molto spesso i medici risolvono con l?amputazione: si tratta di fatti che rischiano di causare invalidità e ridurre la qualità della vita. Senza dimenticare che, statisticamente, la mortalità della popolazione colpita da diabete è due, tre volte superiore a quella sana. «Con l?attività educativa e formativa che svolgiamo nelle nostre sedi e attraverso incontri di sensibilizzazione cerchiamo appunto di fare un?opera di prevenzione anche nei confronti delle famiglie», spiega Nuccia Frigeri, che sottolinea come anche il fatto di tenere d?occhio i soggetti a rischio, come un bambino obeso, o la conoscenza di altri casi in famiglia, siano degli strumenti indispensabili per prevenire le possibili complicazioni. Anche per questo, dal maggio del 1997 con alcuni pedagogisti è stato realizzato un progetto: ?Diabete a scuola?. Un obiettivo comune, che ha lo scopo di educare per una migliore qualità della vita. Il progetto si è rivolto a tutti gli insegnanti delle scuole di Milano e provincia, di ogni ordine e grado. «È molto importante coinvolgere la scuola», conferma Nuccia Frigeri, «soprattutto i giovani affetti dal diabete rischiano di vivere la loro condizione come una diversità difficile da superare. Inoltre è importante preparare gli insegnanti perché siano anche in grado di intervenire in modo corretto a livello psicolgico. Molto spesso alcuni comportamenti dell?alunno diabetico come stanchezze improvvise e la necessità di assume cibo, possono essere interpretati negativamente». Del progetto fanno parte due libretti: ?Vivere con il diabete? e ?Sapere il diabete? che sono stati distribuiti agli insegnanti incontrati nel corso del progetto che continuerà anche quest?anno.

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