Welfare
Prima le donne e i giovani Treu premia chi fa cooperazione
Contributi fino a 400 milioni per chi sviluppa iniziative che favoriscano loccupazione degli svantaggiati. Tutte le istruzioni per accedervi
di Redazione
I progetti per la promozione e lo sviluppo della Cooperazione, in particolare quelli che associano donne e giovani con difficoltà d?inserimento nel mondo del lavoro, possono usufruire di un finanziamento del ministero del Lavoro. Tutti i particolari su come compilare le domande sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale del 27 gennaio, serie generale n. 21.
C hi ha intenzione di intraprendere iniziative di promozione e sviluppo della Cooperazione potrà usufruire di un contributo massimo di 400 milioni (per la durata di 12 mesi) del ministero del Lavoro. Lo prevede una circolare firmata da Tiziano Treu, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 27 gennaio scorso. Una corsia preferenziale è prevista per i programmi che coinvolgono donne e giovani che hanno problemi d?inserimento nel mondo del lavoro e che incentivano la costituzione di nuove imprese nel Mezzogiorno e nelle aree economicamente svantaggiate. Saranno facilitati anche i progetti a carattere imprenditoriale, che mirino cioè a creare occupazione stabile. Le domande (in carta legale) dovranno contenere una relazione illustrativa del progetto, una copia dell?atto costitutivo dell?ente, l?ultimo bilancio depositato in tribunale, l?elenco degli amministratori, dei sindaci e dei direttori in carica. Bisogna consegnare o inviare la documentazione, entro sessanta giorni dalla pubblicazione della circolare, al ministero del Lavoro – Direzione generale Cooperazione – Div. III – vicolo d’Aste, 12 – 00159 Roma.
Perché gli interventi nel Mezzogiorno il più delle volte falliscono? Perché troppe volte si prenotano fondi che non vengono poi utilizzati, cioè si producono montagne di scartoffie a cui corrispondono pochissimi progetti eseguiti. Per ovviare a questo cronico malessere che colpisce in particolare il Sud della Penisola, undici senatori di Rifondazione comunista propongono, con il disegno di legge n. 3016 presentato lo scorso 23 gennaio, di dare vita ad un?Agenzia per l?occupazione nel Mezzogiorno cui affidare il compito di progettare, realizzare e gestire i grandi interventi regionali.
Aiutare lo sviluppo del Mezzogiorno vuol dire non sprecare più i fondi nazionali ed europei a disposizione, passare dalla fase progettuale a quella esecutiva, stimolare le strutture locali spesso carenti sul piano organizzativo. Per far questo, undici senatori di Rifondazione comunista hanno presentato un disegno di legge (di cui è primo firmatario Luigi Marino) che affida al ministero del Tesoro il compito di istituire un’Agenzia per lo sviluppo e l’occupazione nel Mezzogiorno a cui demandare la progettazione, la realizzazione e la gestione di grandi interventi di rilevanza nazionale, nonché la promozione e la costituzione di strutture regionali, sotto forma di società miste partecipate da regioni ed enti locali ma aperte all’apporto di altri soggetti imprenditoriali, pubblici e privati. L’Agenzia fornirà a queste strutture il sostegno e l’assistenza tecnica necessarie nella fase esecutiva dei progetti e sarà chiamata a esprimere parere obbligatorio sui piani di investimento in reti e infrastrutture, localizzati nel Sud, elaborati da società pubbliche e private (come Anas, Ferrovie dello Stato, Enel, Telecom, ecc.). Organi dell?Agenzia: il presidente, il consiglio di amministrazione (composto da sei membri, di cui quattro designati dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni), il collegio dei sindaci, tutti con mandato quadriennale. Ogni anno l?Agenzia elabora un piano di interventi finanziato grazie a un apposito Fondo (nel quale affluiscono risorse derivanti da dimissioni di partecipazioni pubbliche e stanziamenti statali) che servirà anche ad attivare cofinanziamenti di provenienza europea. Il disegno di legge prevede inoltre di riordinare le attribuzioni in materia di sviluppo nel Mezzogiorno sparse tra diversi enti, facendole in gran parte confluire nell?Agenzia.
Camera: la proposta di legge (n. 4415) presentata da Domenico Gramazio e Renzo Tosolini di Alleanza nazionale il 18 dicembre scorso, sulle norme per l?istituzione dell?area sanitaria ostetrica e per il miglioramento della qualità della vita della donna, della coppia e della famiglia, non è ancora stata assegnata alla commissione di merito.
V alorizzare la figura professionale dell?ostetrica per fornire alle donne una più completa informazione e promuovere tutte le iniziative che possono migliorare le attività sanitarie legate al parto. Questo l?obiettivo della proposta di legge sulle norme per l’istituzione dell’area sanitaria ostetrica e per il miglioramento della qualità della vita della donna, della coppia e della famiglia, presentata da Domenico Gramazio e Renzo Tosolini di Alleanza nazionale e non ancora assegnata alla commissione di merito. Secondo lo Stato italiano la professione di ostetrico infermieristico è di tipo assistenziale, in contrasto con lo ?status? che la maggior parte dei Paesi europei riconosce a questa figura professionale. I due deputati di An propongono che l’ostetrico sia inserito negli organigrammi dei consultori, per coordinare corsi di preparazione alla maternità e gestire con propria responsabilità l’assistenza in tutto il periodo di gravidanza, attraverso la cartella ostetrico-pediatrica, un vero e proprio giornale di bordo della partoriente e del nascituro. Inoltre, il provvedimento prevede la creazione delle case di maternità, luoghi gestiti dalle Asl in cui è assicurata la necessaria assistenza ostetrica ed è garantita la presenza delle persone care alla donna gravida. Le Asl dovranno anche garantire la disponibilità di ostetrici e neonatologi nel caso in cui la donna decida di partorire a domicilio.
Il Fondo sanitario nazionale stanzia 213 miliardi alle regioni a statuto ordinario per fare manutenzione straordinaria degli ospedali, sostituire macchinari obsoleti e riequilibrare la situazione delle regioni svantaggiate e carenti di strutture sanitarie pubbliche. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 27 gennaio scorso, serie generale n. 21.
Le strutture sanitarie pubbliche che vogliono sostituire macchinari ormai obsoleti o fare interventi di manutenzione straordinaria possono contare sui soldi messi a disposizione dal Fondo sanitario nazionale. Con un decreto del 5 dicembre ’97, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 23 gennaio scorso, il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha impegnato 213 miliardi (su un totale di 385 disponibili) a favore delle regioni a statuto ordinario che intendano ammodernare le proprie strutture ospedaliere. I soldi serviranno anche a reiquilibrare la situazione delle regioni più svantaggiate e con gravi carenze sanitarie.
Camera: il pulcino Tamagotchi nuoce alla psiche dei minori? Non esiste alcuna normativa europea in grado di stabilirlo. Lo ha dichiarato il ministro dell’Industria Pier Luigi Bersani rispondendo al deputato della Lega Nord Luigino Vascon che in un?interrogazione denunciava il diffondersi di simili giochi e video-giochi tra i bambini, a suo avviso ?di dubbio valore educativo?.
Non esistono normative europee finalizzate a valutare se giochi come il Tamagotchi, il Bit Bit Pressoch o il Carmageddon siano nocivi alla psiche del bambino, né si può ostacolare il loro libero commercio. Con la realizzazione del mercato unico, infatti, non sono ammessi divieti all’importazione nel territorio nazionale di beni prodotti in Paesi membri della comunità europea e tutte le competenze in materia di politica commerciale, quindi anche eventuali restrizioni, saranno adottate dall’Autorità comunitaria. Lo ha dichiarato il ministro dell’Industria Pier Luigi Bersani rispondendo al deputato della lega nord Luigino Vascon che in un’interrogazione invitava il ministro a emanare quanto prima immediate disposizioni per bloccare l’importazione e la diffusione di giochi e video-giochi il cui valore educativo «è decisamente discutibile». Bersani si è dimostrato pienamente disponibile a intervenire, nei limiti delle sue competenze, «se solo dovessero pervenire denunce o relazioni da parte di istituti scientifici che attestino la pericolosità degli apparecchi sulla psiche dei bambini». A tutt’oggi, comunque, nessuna denuncia è stata inviata al ministero. La parola passa dunque ai genitori e a tutti coloro che vivono a stretto contatto con i bambini: spetta solo a loro valutare preventivamente l?opportunità di acquistare giochi e video-giochi dal contenuto violento. Un concetto, quello della sensibilizzazione degli adulti, su cui insiste la direttiva Cee 88/378 dedicata proprio alla sicurezza dei giocattoli.
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